Il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni era chiamata a esprimersi sulla richiesta per le misure cautelare presentata dagli avvocati dell’ex presidente dell’autorità portuale di Genova
L‘Inchiesta Liguria per corruzione, che riguarda finanziamenti elettorali e concessioni portuali, è iniziata 4 anni fa e vede coinvolte le Procure di Genova e La Spezia. Al centro delle accuse c’è Aldo Spinelli, ex patron del Genoa e del Livorno, a capo di un gruppo di logistica che opera nei porti.
L’ex presidente presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ed ex ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, era stato arrestato per corruzione il 7 maggio e, da quel giorno, è nel penitenziario di Marassi. I pubblici ministeri avevano dato parere negativo all’attenuazione della misura, oggi è arrivata la decisione del giudice del riesame sulla richiesta di attenuazione della misura cautelare.
Una regione sotto inchiesta
L‘inchiesta Liguria è nata a La Spezia, il procuratore capo Antonio Patrono stava indagando sul sistema di potere messo in piedi da Cozzani, allora sindaco di Portovenere e capo di gabinetto di Toti. I filoni d’inchiesta riguardavano una serie di affari come l’installazione di pannelli luminosi a led, la compravendita di locali per la ristorazione, la realizzazione e l’apertura di stabilimenti balneari fino all’aumento dei contributi regionali per il famoso salone nautico che ogni anno si svolge nel capoluogo ligure. L’apertura dell’inchiesta ha visto la procura distrettuale chiedere e ottenere gli arresti domiciliari per il presidente Toti, il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, l’imprenditore della Logistica Aldo Spinelli, mentre si attendeva per oggi la stessa decisione per l’ex presidente dell’autorità portuale e ad oggi sospeso di Iren Paolo Signorini.
La decisone del giudice
L’ex presidente del porto di Genova Paolo Signorini resta in carcere. La giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha infatti respinto l’istanza di attenuazione presentata dai legali Enrico e Mario Scopesi. Il terremoto che ha scosso la regione Liguria aveva portato agli arresti tra gli altri anche l’ex presidente che, dopo il rigetto della richiesta per le diverse misure cautelari, resta l’unico degli indagati in carcere. Una decisione arrivata dopo che Signorini si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip e poi aveva chiesto di essere sentito dai pm che per primi avevano dato parere negativo all’attenuazione della misura. L’ex presidente aveva tentato di difendersi rilasciando soltanto alcune dichiarazioni, “riconosco la sostanziale non appropriata frequentazione di quello che ho sempre ritenuto e che ritengo tutt’ora un amico. Col senno di poi ho capito che non era un comportamento adeguato, ma tutto il mio operato è stato fatto nell’interesse del porto e degli operatori portuali”. Ma oggi è arrivata la doccia fredda della decisioni di respingere l’istanza.