I compiti per le vacanze estive non avrebbero uno scopo utile secondo lo specialista, che parla di “disobbedienza civile”.
L’estate si avvicina e con essa il rituale annuale dei compiti per le vacanze, un argomento che divide studenti, genitori e insegnanti. Secondo il pediatra Italo Farnetani, questa pratica non solo è inutile ma anche dannosa per lo sviluppo psicologico e fisico degli studenti.
Ogni anno, con l’arrivo dell’estate, si rinnova il dibattito sui compiti assegnati agli studenti durante le vacanze. Questa pratica coinvolge circa 6 milioni di alunni in Italia che si trovano a dover gestire lo studio tra una nuotata e un gelato. Secondo Farnetani, i compiti estivi sono privi di qualsiasi vantaggio educativo e contribuiscono solamente ad aumentare lo stress nei bambini.
La posizione del pediatra sui compiti estivi
Il pediatra Italo Farnetani, parlando ad Adnkronos Salute, critica aspramente l’assegnazione dei compiti per le vacanze definendoli “inutili e stressanti”. Sostiene che non esista alcuna base psicopedagogica valida a sostegno di questa pratica. Inoltre, evidenzia come la maggior parte delle famiglie sia contraria a tale imposizione. Le vacanze dovrebbero essere un momento di riposo e distacco dalle attività scolastiche per favorire un apprendimento più spontaneo ed esperienziale.
Le statistiche citate da Farnetani mostrano una realtà preoccupante: solo il 30% degli studenti riesce a liberarsi dei compiti entro luglio mentre la maggior parte si trascina questo fardello per tutta l’estate. Ciò dimostra come i compiti estivi siano vissuti più come un peso che come un’opportunità di apprendimento. Di fronte ai numerosi svantaggi legati ai compiti estivi, Farnetani invita genitori e insegnanti a una sorta di “disobbedienza civile”. Suggerisce di non assegnare o eseguire i compiti durante le vacanze, permettendo così agli studenti di godere pienamente del loro tempo libero senza ulteriori pressioni accademiche.
Gli effetti negativi dei compiti estivi
Farnetani elenca tre principali effetti negativi dei compiti estivi: costituiscono una spesa aggiuntiva non indifferente per le famiglie; generano stress negli alunni impedendo loro di recuperare energie dopo un anno scolastico intenso; limitano la possibilità degli studenti di vivere esperienze diverse dall’apprendimento formale tipico della scuola.
Secondo il pediatra Italo Farnetani i mesi estivi dovrebbero essere dedicati all’esplorazione ed alla scoperta attraverso attività ludiche ed esperienziali che contribuiscano alla crescita personale degli studenti in maniera diversificata rispetto al tradizionale contesto scolastico. L’appello è quindi rivolto a tutti gli attori coinvolti nel mondo dell’educazione affinché possano riconsiderare l’utilità dei compiti per le vacanze alla luce delle evidenze presentate.