La Corte Suprema, annullando la sentenza dell’Alta Corte, ha riconosciuto una donna transgender padre di una bambina
Una vicenda per molti aspetti clamorosa e unica quella avvenuta lo scorso venerdì a Tokyo, in Giappone. L’alta corte nazionale ha riconosciuto una donna transgender come il padre di una bambina che 3 anni fa era stata concepita utilizzando il suo sperma congelato. La piccola sarebbe nata dalla sua ex compagna, solo dopo che l’uomo ha effettuato la transizione all’altro sesso. Si tratta ovviamente di un unicum nella storia giudiziaria, quanto meno in quella giapponese, e che ha lasciato di stucco tutti sull’isola asiatica, ma non solo. La notizia sta, infatti, circolando in tutto il mondo tra lo stupore e la curiosità di chi vi si imbatte.
Il cambio di sesso risale al 2018. Arrivato per mezzo di un intervento chirurgico gli ha permesso di diventare una donna prima che, nel 2022, quella che era stata la sua fidanzata non rimanesse incinta. Da quel momento è partita una vera e propria battaglia legale che ha visto la coppia tentare di far valere i propri diritti genitoriali e, invece, i vari tribunali negargli questa richiesta. Per un lungo lasso di tempo, fino a oggi, queste hanno combattuto duramente, riuscendo negli ultimi giorni a vincere una causa che segnerà un precedente storico. A rivelarsi decisiva come prova è stato il test del DNA che ha provato l’appartenenza genetica dei due figli.
Un lungo cammino giudiziario
Il cammino è stato lungo e tortuoso e vede il 2021 come data di partenza. Quell’anno la famiglia ha cercato il primo rimedio legale, intentando una causa presso un tribunale della famiglia di Tokyo, ma senza ottenere il riconoscimento della donna come padre genetico di entrambe le figlie. Nell’agosto del 2022 una situazione analoga si è ripetuta davanti l’Alta Corte della Capitale nipponica. Questa decretò che la donna trans poteva essere riconosciuta come genitore solo della sua prima figlia. Quindi, della figlia nata prima del cambio legale di genere, e non dopo.
A questa decisione sono seguite altre richieste da parte della donna transgender, ma senza mai riuscire a ottenere alcuna apertura. Fino a quando venerdì non è arrivata la sentenza della Corte Suprema che, annullando quella dell’Alta Corte, gli ha riconosciuto la paternità. L’ostacolo più grande di questa lunga battaglia è stato il fatto che in Giappone non è riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso. La legge del Paese sulla disforia di genere richiede un intervento chirurgico per rimuovere le capacità riproduttive di una persona per registrare un cambiamento di genere. Una decisione della Corte Suprema del 2023 ha affermato che è incostituzionale.