Doveva essere solo una passeggiata, presto si è trasformata in dramma: la storia di un uomo ritrovato dopo ben dieci giorni
Era partito per una semplice escursione, con il suo zaino in spalla e con la voglia di provare una nuova esperienza, ma presto quella che doveva essere una banale passeggiata si è trasformata in dramma. È la storia di Lukas McClish, un trentaquattrenne sempre pronto a mettersi in gioco, che si è però perso tra le foreste delle montagne di Santa Cruz, dov’è rimasto per dieci giorni prima di essere ritrovato. A denunciare la sua sparizione sono stati i familiari lo scorso 16 giungo. Ignari dei suoi piani, hanno avuto sei sospetti quando non si è presentato il giorno della festa del papà, come faceva di consueto.
“Giovedì ci sono state diverse segnalazioni di testimoni che avevano sentito qualcuno in lontananza nel bosco gridare aiuto” – ha raccontato un n pompiere che ha preso parte alle ricerche – “Ma è stato molto difficile determinare la posizione esatta”. Il ritrovamento è avvenuto intorno alle sette e mezza di giovedì sera. Fondamentale è sono state le immagini offerte dall’alto da un drone e il lavoro di un un cane da ricerca che è riuscito a rintracciarlo. Lo sceriffo del posto, dopo aver completato la missione, ha espresso così tutta la sua gioia: “È stato un grande sforzo, ma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”. Le immagini di lui che abbraccia la propria famiglia hanno commosso il mondo, il suo volto provato da questa disavventura era carico di gioia e liberazione.
Il racconto di Lukas
Intervenuto ai microfoni di ABC News, Lukas ha raccontato tutte le vicissitudini che ha dovuto affrontare. Spiega di essersi smarrito a causa degli incendi boschivi che avevano bruciato le frecce che indicavano il percorso per i sentieri e punti di riferimento sulla strada che voleva intraprendere: “Gli incendi avevano cambiato completamente il paesaggio e i segni tipici erano scomparsi“. Una difficoltà troppo elevata anche per un’escursionista esperto come lui, che in una situazione di difficoltà è riuscito ad arrangiarsi sfruttando ciò che aveva a disposizione:
“Sono uscito con pantaloni normali, con gli scarponi da montagna e un cappello in testa” – dice – “Avevo una torcia elettrica e delle forbici pieghevoli. Sapevo che se avessi continuato a seguire il sole, alla fine avrei raggiunto l’oceano. Ma non sapevo quanto fosse lontano“. Per giorni ha bevuto solamente acqua, raccogliendola con lo scarpone dai ruscelli, ma la necessità di cibo è sorta presto: “Verso la fine non potevo più solamente bere. Il mio corpo aveva bisogno di cibo“. Lukas si è arrangiato con quello che trovava, soprattutto frutti di bosco. Non sono mancati incontri particolari: “Ho avuto anche un leone di montagna che ha iniziato a seguirmi. Avevo paura, ma è stato bello. Ha mantenuto le distanze. Era come se stesse vegliando su di me“. Una veglia che funzionato e che, dopo una lunga attesa, gli ha permesso di venire ritrovato.