Voleva farsi un bagno nonostante il vento, ignorando l’avviso dei bagni, ma la corrente lo ha portato giù facendolo annegare
Aveva 28 anni, giocava nel JS Tamines – una squadra dilettantistica belga – dopo aver militato nel settore giovanile dello Charleroi, club della sua città, e del Gent, tra le società più importanti del Belgio. La sua carriera si è poi sviluppata in squadre si serie inferiore, in cui ha ricoperto il ruolo di attaccante. Inseguiva il suo sogno di giocare a calcio, sapeva che non sarebbe diventato un campione, ma nonostante questo continuava a fare ciò che ha sempre amato. Questo fino a quando un tragico incidente non gli ha tolto la vita, portandolo via troppo presto e con ancora molti obiettivi da raggiungere.
È la triste storia di Allan Luvovadio, un ragazzo che è morto mentre nuotava nel mare della Thailandia. Si prospettava una semplice giornata di snorkeling a Freedom Beach, una località a 15 chilometri a ovest della famosa zona balneare di Phuket. Era in acqua a guardare il fondale, quando all’improvviso una corrente troppo forte lo ha colto impreparato, lo ha portato sotto, facendolo annegare. Quando sono arrivati sul posto i soccorsi hanno riportato in spiaggia due turisti, ma del calciatore non vi era nessuna traccia. Per giorni le ricerche sono andate avanti, compatibilmente con delle condizioni climatiche non idilliache.
Allan è il quinto in due settimane
Solo ieri mattina, il quotidiano Phuket Times ha riferito che i resti sono stati ritrovati. Il corpo è stato trasportato a riva, non lontano da dove era scomparso, dando l’occasione alla polizia locale di confermare l’identità dell’uomo. La salma nelle scorse ore è stata poi portata in ospedale e sottoposta ad autopsia. Nel frattempo, sui proprio social network, i parenti del ventottenne hanno confermato la sua morte e hanno chiesto donazioni per il rimpatrio e la sua sepoltura. Il fratello Jérémie Luvovadio, anche lui giocatore di pallone e che milita nel PO Xylotymbou ha pubblicato su Instagram una foto di loro due, scrivendo: “Ti amo fratello. Mi prenderò cura di Isaiah e della famiglia“.
Nel frattempo proseguono le indagini sulle responsabilità di quanto accaduto. Alcuni addetti alla sicurezza del posto fanno sapere che il ragazzo, così come le altre due vittime, avevano ignorato la bandiera rossa esposta sulla spiaggia. Il forte vento, infatti, rendeva impraticabile il mare, ma questi noncuranti del pericolo si sono comunque voluti immergere e recare lì dove l’acqua era più alta e ancor più rischiosa. Quella di Phuket, d’altronde, si è rivelata di recente una costa pericolosissima: sono cinque le persone annegate sulla costa occidentale nelle ultime due settimane, a causa dei monsoni che provocano forti correnti come quella che ha ucciso Allan.