La notizia ha dell’incredibile, eppure è tutto vero: alcuni giornalisti hanno fatto causa all’intelligenza artificiale di Microsoft e OpenAI
Il panorama mediatico e tecnologico è scosso da una nuova controversia che vede protagonisti alcuni dei più grandi nomi nel campo dell’informazione e dell’innovazione. Il Centro per il Giornalismo Investigativo (CIR), insieme ad altre testate giornalistiche di prestigio, ha mosso guerra legale contro colossi come Microsoft e OpenAI, accusandoli di violazione del copyright.
La causa intentata dal CIR punta il dito contro l’utilizzo non autorizzato dei loro contenuti da parte delle intelligenze artificiali sviluppate da Microsoft e OpenAI, quali ChatGPT e Copilot. Secondo Monika Bauerlein, CEO del CIR, queste aziende avrebbero sfruttato il lavoro giornalistico senza chiedere permesso o offrire compensazioni economiche. Una pratica che, se confermata, potrebbe rappresentare una grave violazione dei diritti d’autore.
Non sono stati solo i giornalisti a fare causa contro l’IA
Non è solo il CIR a sollevare la questione. Altre importanti pubblicazioni come il New York Times hanno già intrapreso azioni legali simili, seguite da un gruppo di otto testate appartenenti ad Alden Global Capital e altri media indipendenti. Questa ondata di cause legali evidenzia un crescente malcontento nel settore giornalistico verso l’appropriazione indebita dei loro lavori da parte delle nuove tecnologie IA.
Di fronte a queste accuse, sia Microsoft sia OpenAI si sono difese sostenendo la loro apertura alla collaborazione con l’industria delle notizie. Un portavoce di OpenAI ha dichiarato che l’azienda sta lavorando attivamente con gli editori globali per incorporare i loro contenuti in prodotti come ChatGPT in modo etico, mirando a guidare traffico verso gli articoli originali attraverso riassunti, citazioni e attribuzioni.
Al centro della disputa c’è la questione fondamentale del valore del lavoro giornalistico nell’era digitale. Le organizzazioni coinvolte nella causa sostengono che le pratiche attuali delle aziende tecnologiche minacciano non solo i diritti d’autore ma anche la sopravvivenza stessa della stampa indipendente. Senza adeguati compensi per l’utilizzo dei loro contenuti, molte testate potrebbero trovarsi in difficoltà finanziarie.
La strada verso una risoluzione equa è ancora lunga e tortuosa. Mentre alcune organizzazioni mediatiche hanno trovato un accordo con OpenAI attraverso licenze specifiche, molte altre continuano a battersi per ottenere riconoscimento e giustizia economica per il loro lavoro. Questa battaglia legale potrebbe segnare un punto di svolta nelle relazioni tra i giganti della tecnologia e il mondo dell’informazione, delineando nuove regole per l’utilizzo etico dei contenuti nell’era dell’intelligenza artificiale.