Il governo è costretto a intervenire a causa dello scarso utilizzo delle monete tra la popolazione chiedendo di usarle per pagare
Il mondo ha preso la direzione della tecnologia. Una strada che non riguarda solo la vita comune e quindi l’utilizzo di smartphone o di altri svariati mezzi, ma anche il metodo di pagamento. Ormai è divenuto sempre più frequente pagare per mezzo della carta, mettendo da parte le banconote e, soprattutto, le monetine. La comodità di estrarre una carta di credito, piuttosto che portare con sé quelle fastidiose monete – con particolare riferimento a quelle che in gergo si chiamano bronzini -, ha spinto i cittadini del mondo a prediligere il portacarte al semplice e ingombrante portafoglio.
Una prassi che, per esempio, in Italia ha portato il governo a bloccare la produzione di quelle monete da 1 e 2 centesimi che, piuttosto che aiutare, venivano spesso dimenticati negli angoli più bui dei nostri salvadanai. Resistono coraggiosamente, invece, quelle che vanno dai 50 centesimi ai 2 euro, comunque utili e comode per qualcuno. In Belgio, invece, le cose sembrerebbero essere andate diversamente. Qui, infatti, i negozi spesso farebbero fatica ad avere abbastanza resto per i clienti che pagano in contanti. Questo perché molte monete rimangono inutilizzate nelle case delle persone. Secondo uno studio condotto nei Paesi Bassi, nel paese sarebbero inutilizzate più di 200 milioni di monete.
Il governo chiede di pagare con le monete
Numeri che hanno costretto il governo a intervenire nel tentativo di dare una svolta. Il mancato utilizzo delle monete, secondo quanto spiega la FPS, avrebbe infatti un costo. Per rimetterle in circolazione è necessario coniarle delle nuove e quindi sostenere spese rilevanti. In questo senso, spiegano: “Rimettendo in circolazione solo il 2% delle monete non utilizzate, si potrebbero risparmiare più di 5 milioni di euro di costi di produzione all’anno“. A questo si aggiungerebbe un fattore anche ambientale. Durante la produzione e il trasporto delle monete viene rilasciata moltissima CO2, aumentando così l’inquinamento locale e mondiale.
Proprio per questa ragione il governo vuole rimettere in circolazione le milioni di monete che giacciono inutilizzate nelle case. Ha deciso di farlo invitando i cittadini a raccogliere quei centesimi e a pagarli nel negozio. Una campagna incentrata quindi sul riutilizzo di quelli che, altrimenti, sarebbe fossili abbandonati a un passato materiale. Questo è il messaggio centrale del progetto lanciato anche sui social media – chiamato #spendyourchange – che il Servizio pubblico federale delle finanze ha iniziato a promuovere dallo scorso lunedì. La speranza è che possa essere colto almeno da una fetta della popolazione, così che si possa raggiungere un piccolo cambiamento.