Le formiche sono dotate anche di grandi capacità mediche, uno studio ha dimostrato che sanno amputare le gambe ai feriti
L’operosità delle formiche non è un segreto. Da tempo immemore girano fiabe che le ergono ad esempio di organizzazione e impegno. Simbolo dell’efficienza del lavoro e della gestione. In pochi, però, erano consci di un’altra somiglianza con l’essere umano: quella della medicina. Alcuni ricercatori, infatti, hanno scoperto che questi animaletti si comportano in alcuni casi esattamente come un chirurgo. In particolar modo lo studio si è concentrato su una specifica specie di formica negli Stati Uniti chiamata Camponotus floridanus. Questa è diversa poiché non possiede una ghiandola per produrre liquidi antibiotici come le altre. Per combattere i batteri sono quindi costrette ad agire per vie alternative.
Come fanno? Con l’amputazione. Quando una viene ferita nella parte superiore di una gamba, le altre decidono di mordergliela completamente. Quello che sembra una stranezza, ha in realtà un’efficienza incredibile. Gli studi dimostrano che questa pratica porta a un aumento del tasso di sopravvivenza da meno del 40% ad addirittura più del 90%. Per mezzo di alcune ricerche hanno scoperto che le formiche sanno istintivamente quando operare con un’amputazione e quando no. Altra conferma delle loro incredibili qualità e di un’intelligenza che va bene oltre la media del mondo animale.
L’amputazione ha uno scopo preciso
Un vero e proprio processo di amputazione che può durare dai 40 minuti, fino alle 3 ore. Il capo ricercatore Erik Frank ha spiegato il motivo nella sua analisi: “Nel caso in cui dovessero verificarsi dei tagli alla gamba, il sangue a quel punto scorre più lentamente e questo rende l’amputazione una strategia salvavita. Questo comportamento sembrerebbe essere innato ed è essenziale per la loro vita“. Non tutte le ferite, però, necessitano di un intervento simile. Nel caso in cui dovessero riportare lesioni alla parte inferiore della gamba a quel non ci sarebbe tempo per l’amputazione, perché i batteri possono entrare più rapidamente nel corpo attraverso il sangue.
Quando questo avviene, si leccano la ferita aumentando al 75% la possibilità di sopravvivere, rispetto al 15% originario. Koos Boomsma, un biologo evoluzionista dell’Università di Copenaghen estraneo alla ricerca, ha elogiato queste scoperte: “Uno studio notevole. Sono noti gli eventi di auto-amputazione in altri animali, ad esempio nei lupi rimasti bloccati in una trappola. A volte questi si rosicchiano la gamba per liberarsene. Ma non conosco episodi di amputazione collaborata tra animali della stessa specie”. In questo senso, Frank spiega che queste operazioni hanno uno scopo ben preciso e funzionale: “Non appena si riprenderà, la formica potrà tornare attiva come membro della colonia“.