Una donna è morta all’età di 54 anni, dopo che le era stato trapiantato un rene di maiale nel corpo per provare a salvarla
Lisa Pisano è un nome che in America ha una certa risonanza, soprattutto dal punto di vista medico. Si tratta infatti della prima donna – e la seconda persona dopo il defunto Richard Slayman – a sottoporsi a un’operazione alquanto particolare. Qualche tempo fa le venne trapiantato un rene di maiale, a causa di alcune problematiche fisiche. La cinquantaquattrenne soffriva di insufficienza renale e cardiaca, i medici della NYU Langone Health di New York City le proposero una doppia operazione: trapiantare un rene di maiale geneticamente modificato e inserire una pompa cardiaca per sostenere il cuore della donna.
Un tentativo, che almeno all’inizio, si rivelò un vero successo. Lisa sembrava essersi ripresa bene, pronta a tornare alla sua vita di tutti i giorni. Questo fino a quando non si è scoperto che i farmaci che prendeva per il cuore stavano in realtà colpendo anche il suo nuovo rene. Un mese e mezzo dopo il trapianto, i dottori sono stati costretti a rimuovere l’organo estraneo. Una mossa inevitabile, ma che la portò di nuovo in dialisi renale. La sua salute ha continuato a peggiorare di giorno in giorno, fino a quando la scorsa domenica non è stata annunciata la sua morte.
Sacrifici per la scienza?
I rischi per la Pisano non erano un segreto. Era ben conscia dei pericolo che correvano nell’accettare di sottoporsi a un’operazione così particolare e rara. Lo scorso aprile, parlando ai microfoni dell’agenzia di stampa AP, ha per la prima volta confessato di essersi resa realmente conte che i risultati non erano quelli che sperava in principio: “Ho solo colto l’occasione. Ho pensato che nel peggiore dei casi, se non dovesse funzionare per me, forse potrebbe rivelarsi utile per qualcun altro”. Una confessione che pochi mesi dopo diventa ancora più dolorosa. Un sacrificio in parte anche per la scienza che, forte di quest’esperienza, può elaborare un nuovo modo per introdurre corpi animali in quelli umani.
Come accennato, non si tratta d’altronde del primo caso. La prima volta avvenne anche anni prima, quando nel Massachusetts General Hospital, anche al paziente Slayman, venne trapianto un rene di maiale. La sua sopravvivenza, però, duro solo due mesi. Stando ai referti medici contribuirono in quel caso anche molti problemi cardiaci. La domanda allora sorge spontanea. Quanto può essere affidabile questa operazione? Quanto ne vale realmente la pena? E, soprattutto, può essere studiata ed elaborata al punto da rappresentare, magari tra qualche anno, una vera e propria opzione? Questi due sacrifici serviranno anche a questo.