Un fenomeno complesso e paradossale sta interessando l’Italia, in questi ultimi anni: secondo un censimento, una casa su tre è disabitata
Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni 2021 condotto dall’Istat ha rivelato dati sorprendenti riguardanti il panorama immobiliare italiano. Con 10 milioni di abitazioni non occupate su un totale di 35,3 milioni, l’Italia si trova di fronte a un fenomeno complesso: il 28,3% delle case nel Paese è vuoto. Questa situazione solleva interrogativi sulle dinamiche demografiche e sulle politiche abitative nazionali.
Diverse sono le cause che hanno portato a questo scenario. In primo luogo, lo spopolamento delle aree interne e dei piccoli borghi ha lasciato vuote molte proprietà. Negli ultimi cinquant’anni, oltre due milioni di italiani hanno lasciato i comuni con meno di 5.000 abitanti. A ciò si aggiunge la crisi demografica che vede la popolazione residente scendere sotto i 59 milioni nel 2022, accentuando così il numero di case disabitate.
La Sfida della Manutenzione e Ristrutturazione
Un altro aspetto critico è rappresentato dalla difficoltà nella manutenzione e ristrutturazione degli immobili più antichi o situati in zone meno attrattive dal punto di vista del mercato immobiliare. Il patrimonio edilizio italiano risulta per il 74% datato oltre i quarant’anni, necessitando spesso di costosi interventi per adeguarsi agli standard moderni, soprattutto in vista dell’introduzione della Direttiva Case Green.
Le seconde case rappresentano un fenomeno significativo nell’economia immobiliare italiana con circa 5,5 milioni di unità registrate. Queste proprietà sono spesso utilizzate solo per brevi periodi durante l’anno ma contribuiscono ad aumentare la percentuale degli alloggi non occupati permanentemente. La distribuzione delle case vuote varia notevolmente tra le diverse regioni italiane. Al Sud e nelle Isole la situazione è più grave con percentuali elevate come in Calabria (44,1%), Valle d’Aosta (43,5%) e Molise (41,2%). Queste aree soffrono maggiormente dello spopolamento dovuto all’abbandono dei piccoli borghi montani.
Al contrario, le regioni del Nord mostrano percentuali più basse con la Lombardia al 18,5%, seguita dall’Emilia-Romagna (21,3%) e dal Lazio (22%). Anche le grandi città come Milano affrontano questa problematica nonostante una maggiore pressione abitativa; infatti circa l’10% del patrimonio abitativo milanese risulta non occupato. La questione delle case disabitate in Italia evidenzia una serie complessa di sfide demografiche ed economiche che richiedono politiche mirate per essere efficacemente affrontate. Mentre alcune regioni combattono contro lo spopolamento dei centri minori altri contest urbani cercano soluzioni innovative per contrastare l’emergenza abitativa senza trascurare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale ed energetica degli edifici.