Mafia: in un post carico di significati il terzogenito di Toto Riina lancia un’incredibile sfida allo Stato italiano che lascia senza parole
Nel cuore di Corleone, una sfida silenziosa ma eloquente si consuma tra il passato mafioso e la memoria di chi ha combattuto contro la criminalità organizzata. Salvo Riina, figlio minore del noto boss mafioso Totò Riina, ha recentemente riacceso i riflettori su questa lotta con un gesto provocatorio sui social media.
“Buon Ferragosto a tutti voi da: Via Scorsone 34, 90034 Corleone, Italia”. Con queste parole e una foto che lo ritrae sorridente, Salvo Riina ha voluto mandare un messaggio chiaro. La strada menzionata nel post è quella dove per anni ha vissuto la famiglia Riina. Tuttavia, dal 2018 il suo nome è stato cambiato in onore del giudice Cesare Terranova, assassinato dalla mafia nel 1979. Questa decisione era stata presa dalle commissarie straordinarie del Comune di Corleone come simbolo della presenza dello Stato e della sua lotta contro la mafia.
La risposta dello Stato a Riina Junior e alla Mafia
Già prima dell’episodio del post di Ferragosto, le autorità avevano dimostrato di non temere le reazioni della famiglia Riina. Un esempio lampante fu quando inviarono i messi comunali a casa della vedova Ninetta Bagarella per notificare il pagamento della tassa sui rifiuti. Anche la Chiesa prese posizione contro i simboli mafiosi: l’arcivescovo Michele Pennisi vietò che le processioni religiose passassero sotto casa dei Riina.
Dopo aver scontato una pena per associazione mafiosa tra altri reati, Salvo Riina è tornato a Corleone nella primavera del 2023. Il suo ritorno segna non solo un momento personale significativo ma anche un punto fermo nella lunga storia tra lo Stato italiano e le famiglie mafiose che hanno cercato di imporre il loro potere sul territorio. Nonostante gli atti provocatori come quello su social media, la vita di Salvo sembra aver preso direzioni diverse rispetto al passato criminale della sua famiglia. Dopo essere stato ammesso al regime degli arresti domiciliari con affidamento ai servizi sociali, ha intrapreso un percorso di reinserimento sociale culminando con una laurea conseguita grazie all’aiuto dell’Associazione famiglie contro la droga.
L’atto compiuto da Salvo Riina riaccende i rifletori sulla continua battaglia tra lo Stato italiano e le organizzazioni criminali come Cosa Nostra. Cambiare il nome delle strade o promuovere attività culturali ed educative sono modi attraverso cui si cerca di eradicare l’influenza nefasta della mafia sul territorio e sulla società. Mentre figure come quella del giudice Terranova rimangono icone indimenticabili nella lotta alla mafia, episodi come quello protagonista da Salvo Riina dimostrano che il cammino verso la liberazione dal giogo mafioso è ancora lungo e tortuoso. La sfida lanciata da via Scorsone rappresenta non solo una provocazione ma anche un monito a non abbassare mai la guardia nella battaglia per legalità e giustizia.