Morte Alain Delon: addio al divo francese, vita e film di un’icona del cinema

Morte Alain Delon: vita e film del divo francese, dagli esordi alla consacrazione, la storia di una delle icone del cinema mondiale. 

Nato a Sceaux nel 1935, Alain Delon si arruolò giovanissimo nella marina militare francese, partecipando alla guerra d’Indocina. Tornato in Francia, la sua straordinaria bellezza e talento attirarono l’attenzione dei produttori cinematografici. La sua prima prova impegnativa fu nel film “Delitto in pieno sole” (1960) di René Clément, dove interpretò magistralmente il ruolo di Tom Ripley. Questa pellicola segnò l’inizio della sua ascesa nel mondo del cinema.

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Alain Delon, l’attore è scomparso oggi all’età di 88 anni – foto Ansa – notizie.com

La svolta nella carriera di Delon arrivò con la collaborazione con Luchino Visconti in “Rocco e i suoi fratelli” (1960), un capolavoro che fonde lo spirito neorealista con il melodramma. La performance di Delon come Rocco Parondi rivelò una complessità interpretativa che lo impose all’attenzione internazionale. Successivamente lavorò ancora sotto la direzione di Visconti in “Il Gattopardo” (1963), consolidando la sua fama come uno degli attori più talentuosi della sua generazione.

Icona della storia del cinema

Negli anni ’60, Alain Delon divenne un’icona del cinema non solo francese ma anche italiano grazie a pellicole come “L’eclisse” (1962) di Michelangelo Antonioni e nuovamente con Visconti in “Il Gattopardo”. In Francia ottenne grande successo commerciale con il poliziesco “Colpo grosso al Casinò” (1963), affiancato da Jean Gabin. Questi anni furono segnati anche da una vita privata turbolenta, tra cui la relazione amorosa con Romy Schneider e vari scandali che contribuirono ad accrescere il suo fascino misterioso.

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Alain Delon, icona del cinema – foto Ansa – notizie.com

Negli anni ’70, Delon continuò a essere protagonista principalmente nei ‘polar’, genere poliziesco francese. Interpretazioni memorabili includono quella nel film “Mr. Klein” (1976) di Joseph Losey, dove incarnava un usuraio perseguitato dall’idea di un altro sé stesso durante l’occupazione nazista a Parigi. Questi ruoli consolidarono ulteriormente la sua immagine di anti-eroe ambiguo ed enigmatico.

Nonostante una leggera battuta d’arresto negli anni ’80, Delon non smise mai completamente di recitare, dirigendo anche alcuni film come “Per la pelle di un poliziotto” (1981). Negli anni ’90 tornò al cinema d’autore francese e continuò a lavorare sporadicamente nell’industria cinematografica fino agli anni 2000. Le sue ultime apparizioni significative furono principalmente in televisione o in progetti dedicati ai suoi amici o colleghi.

Alain Delon, scomparso oggi all’età di 88 anni, lascia quindi un’eredità indimenticabile nel mondo del cinema: quella dell’iconico divo dal fascino ambiguo e dalla profonda intensità emotiva che ha saputo conquistare generazioni attraversando decenni della storia cinematografica mondiale.

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