Ad un anno dalla morte, arrivano denunce su denunce contro Mohamed Al Fayed, magnate egiziano di stanza a Londra.
A un anno dalla morte di Mohamed Al Fayed, ex proprietario dei celebri magazzini Harrods a Londra e dell’hotel Ritz a Parigi, emerge uno scandalo di proporzioni sconcertanti. L’uomo d’affari, padre di Dodi Al Fayed deceduto insieme alla principessa Diana in un tragico incidente 27 anni fa, è al centro di accuse gravissime che lo dipingono come un vero e proprio “mostro”. Dean Anderson, avvocato che rappresenta molte delle presunte vittime, ha portato alla luce le testimonianze di decine di donne che accusano Al Fayed di violenze sessuali, minacce e abusi.
La situazione ha assunto contorni sempre più allarmanti dopo la trasmissione del documentario della BBC “Al Fayed: predator at Harrod’s“, che ha scoperchiato il vaso di Pandora su quello che sembra essere stato un sistema sistematico di molestie sessuali. Inizialmente erano venti le donne a denunciare gli abusi subiti; tuttavia, quel numero è rapidamente salito a 150. Queste accuse non riguardano solo episodi isolati ma descrivono una condotta ripetuta nel tempo contro giovani dipendenti dei grandi magazzini londinesi e altre proprietà dell’imprenditore.
Mohamed Al Fayed, le vittime degli abusi alla ricerca di giustizia ad un anno dalla sua morte
Nonostante la morte dell’accusato ad agosto 2023 all’età di 94 anni renda impossibile un processo penale per i fatti contestati, i legali delle vittime hanno avviato una causa civile per ottenere risarcimenti danni. Questa azione legale coinvolge anche la proprietà degli storici magazzini Harrods, venduti da Al Fayed nel 2010. L’intento dichiarato dagli avvocati è quello di cercare giustizia per le numerose vittime degli abusi attribuiti all’uomo d’affari egiziano.
Le testimonianze raccolte parlano chiaro: molte delle presunte vittime erano lavoratrici o ex lavoratrici dei magazzini Harrods o altre strutture possedute da Al Fayed. Le storie raccontate sono agghiaccianti: violenze sessuali commesse in diverse città del mondo – da Londra a Dubai fino a St Tropez e Parigi – con le giovani donne costrette al silenzio attraverso minacce o accordi privati.
L’intero caso solleva interrogativi profondamente inquietanti non solo sulle azioni individuali dell’imprenditore ma anche sul sistema che ha permesso tali abusi per anni senza intervenire adeguatamente. Dai Davies, ex capo della sicurezza reale britannica aveva lanciato segnali d’allarme sulla figura controversa del miliardario già ai tempi del fidanzamento tra Lady Diana Spencer e Dodi Al Fayed.
La rivelazione più sconvolgente riguarda il caso ignorato dai procuratori britannici relativo alla denuncia presentata da una ragazza quindicenne; una vicenda emblematica della difficoltà nel portare alla luce ed affrontare efficacemente crimini così devastanti.