Continua la conta dei danni in Emilia Romagna dopo l’alluvione di fine settembre di quest’anno.
L’ultima riunione si è tenuta a Bologna ieri, lunedì 30 settembre. Associazioni, imprese e istituzioni si stanno incontrando per effettuare una ricognizione dei danni e accelerare la messa in sicurezza delle opere.
In questo momento l’obiettivo è riuscire a fotografare la situazione delle aziende e dei territori colpiti dall’alluvione e dalle frane in collina e in montagna quest’anno. Dopodiché si dovranno individuare tutti gli interventi tecnici, in larga parte già previsti nel piano post alluvione del 2023, dando priorità ai più strategici per mettere i territori in sicurezza.
Una delle prime criticità riguarda proprio la piattaforma AgriCat, che a un anno dall’alluvione del 2023 “non sta dando i risultati sperati”, come dichiara ai nostri microfoni l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Alessio Mammi.
AgriCat è la piattaforma del fondo mutualistico nazionale dedicato alle aziende agricole. Serve a gestire eventi catastrofali come siccità, alluvioni e gelo ed è finanziata con i fondi PAC. Ha in pancia 300 milioni all’anno per risarcire i danni degli agricoltori colpiti.
Alluvione Emilia Romagna, Mammi su piattaforma AgriCat: “Lenta e poco performante”
“Una cifra ragguardevole a livello nazionale che serve per indennizzare gli agricoltori colpiti” dall’alluvione, ci spiega Mammi. Tuttavia, “non è performante”. E “il suo funzionamento non sta dando i risultati sperati. Non solo è molto complessa e lenta nel chiudere le pratiche, ma molte domande degli agricoltori del territorio sono state rigettate, o sono stati riconosciuti indennizzi bassissimi”.
Mammi ha richiesto di recente un “incontro con la struttura e un rappresentante del Ministero, perché si possa risolvere il malfunzionamento di AgriCat e riconoscere agli agricoltori le risorse che spettano a loro”.
Le domande presentate finora attraverso la piattaforma AgriCat-Agea sono 5.270. “Dalle prime concessioni si è verificato che gli indici (deliberati da AgriCat) utilizzati per calcolare il danno economico, si sono rivelati notevolmente inferiori rispetto al reale danno”, si legge in una nota.
A un anno dall’alluvione 2023, le domande presentate sulla piattaforma relative a frane o prive dei requisiti soggettivi per accedere al fondo, sono state trasferite alla Regione.
Non solo la Regione Emilia Romagna, ma anche le associazioni di agricoltori stanno chiedendo di migliorare la funzionalità di AgriCat: “Non funziona, perché in una prima fase la piattaforma ha inviato pec agli agricoltori con parziale o completo diniego delle richieste”. A parlare stavolta è Stefano Francia, presidente del Consorzio Cia, agricoltori italiani in Emilia Romagna. “Il ministro ha riconvocato il tavolo per lavorare e trovare insieme un metodo per rendere efficiente la piattaforma. Stiamo aspettando, ma ci aspettiamo che anche nel caso dell’alluvione di quest’anno una parte importante passerà per AgriCat con metodi semplici e chiari con i quali risarcire le aziende”.
I 350 millimetri di pioggia caduti in 48 ore hanno causato l’esondazione di quattro fiumi, l’allagamento di diversi Comuni e circa mille persone sfollate. L’impatto dell’alluvione di quest’anno seppur grave, non ha raggiunto i livelli del 2023, quando sono esondati ben 21 fiumi, 22 corsi d’acqua e causato frane in 48 Comuni, allagamenti, più di 20mila sfollati e 17 morti.
Questa volta il terreno è riuscito ad assorbire l’ingente quantità di acqua, anche grazie alla prevenzione, che ha funzionato. Questa alluvione, proprio come quella dell’anno scorso è direttamente collegata al cambiamento climatico ma anche alla cementificazione, che rende necessaria una riflessione sull’uso del territorio.
Le risorse a disposizione per il post alluvione
Il 21 settembre il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza di 12 mesi per Emilia Romagna e Marche. Su richiesta del ministro della Protezione civile Nello Musumeci, per l’Emilia Romagna sono stati stanziati 20 milioni di euro per i primi interventi urgenti, soccorso e assistenza alla popolazione, oltre che il ripristino dei servizi e infrastrutture. Altri 4 milioni andranno alle Marche.
Le risorse attualmente a disposizione per l’Emilia Romagna destinate alla ricostruzione post alluvione sono quelle del fondo di crisi della Commissione europea, cofinanziato dallo Stato: circa 100 milioni di euro interamente erogato.
La Regione Emilia Romagna ha ricevuto 48,2 milioni di euro per ripristinare le strutture e la mancata produzione, derivanti dalla legge 100/2023. Al momento sono arrivate 433 domande di contributo per un valore totale di 64,5 milioni di euro. Tutte sono sotto istruttoria e 144 in fase di pagamento.
Più difficile invece, sta risultando l’erogazione da parte del governo dei 50 milioni per il contributo sulle mancate produzioni agricole, anch’esso previsto nella legge 100/2023. Sono stati assegnati oltre 8 milioni di euro complessivi alle Regioni coinvolte – Emilia Romagna, Toscana e Marche, in attesa del riparto.
L’Emilia Romagna ha a disposizione anche 106 milioni di euro derivanti dal fondo di solidarietà delle Regioni italiane. Essi saranno messi a bando e spesi secondo le regole dello Sviluppo Rurale 2023-2027.
Inoltre, sono arrivate 480 domande compilate da imprese agricole alla struttura commissariale per la ricostruzione, coordinata dal comandante Francesco Paolo Figliuolo. Il valore complessivo è di 43,5 milioni di euro.
Stefano Francia (Cia): “Servono altre risorse”
“Servono altre risorse. Quelle dell’anno scorso non sono sufficienti neppure a coprire i danni dell’alluvione del 2023″, dichiara il presidente di Cia Emilia Romagna ai nostri microfoni. E non è l’unico. Anche Mammi è d’accordo: “Ho già fatto presente che richiederemo altre risorse dal fondo di crisi europeo per questa seconda alluvione, introducendo nuovi criteri di distribuzione”.
Per la conta dei danni la Regione ha a disposizione una piattaforma per la ricognizione di questi ultimi e per le comunicazioni delle imprese agricole. “Siamo in contatto con i Centri di Assistenza Agricola delle associazioni che rappresentano le imprese agricole e agroalimentari per raccogliere al meglio tutte le informazioni”. Lo spiega l’assessore all’Agricoltura.
L’obiettivo è “procedere da subito con le delimitazioni delle aree colpite e i sopralluoghi necessari per gli indennizzi. Inoltre siamo già sul territorio per gli interventi di somma urgenza. Vanno accelerate le procedure di intervento. Ed è necessario agire per la messa in sicurezza del territorio dove servono interventi di lungo respiro, anche in ambito idrico”.
Dal canto loro, gli agricoltori stanno valutando di chiedere la sospensione dei contributi previdenziali. E la moratoria dei mutui e allo stesso tempo capire come agire per il risarcimento dei danni in atto con AgriCat.
Tornare indietro è possibile?
“Dobbiamo calcolare che oltre all’alluvione di quest’anno, c’è stata quella dell’anno scorso, ma anche la siccità del 2022 in Emilia Romagna e le gelate del 2020-21. Il clima sta cambiando in modo importante”, spiega Francia. “La pioggia sui territori si presenta in modo diverso rispetto a qualche anno fa: oggi in poche ore o un giorno scende la pioggia di prima in due o tre mesi. Questo provoca alle portate idrauliche sui fiumi e sulla rete di bonifica un danno impensabile fino a qualche anno fa”.
Da qui l’urgenza di realizzare le opere snellendo la burocrazia e puntando alla velocità dei finanziamenti. Ma soprattutto: “In futuro dovremo ricordarci che l’antropizzazione deve modificarsi in base al cambiamento climatico”. È l’uomo che deve prevedere e lavorare in anticipo rispetto alla natura, non viceversa, progettando anche un intervento idraulico: “Serve investire molti soldi in modo preventivo altrimenti ci troveremo ancora una volta a dover risarcire i danni. Ci vorranno anni, anche perché gli interventi vanno fatti con una logica per mettere in sicurezza i territori”.