Dopo l’attacco iraniano a Israele, la comunità internazionale è preoccupata per l’allargamento del conflitto in Medio Oriente.
Il momento storico che vive il Medio Oriente è molto importante e potrebbe cambiare una volta per sempre gli equilibri regionali, a partire dal ruolo dell’Iran.
Israele ha l’appoggio di tutto l’Occidente nella lotta al terrorismo e al tempo stesso i leader di tutto il mondo stanno chiedendo a Netanyahu e agli altri attori di fermarsi. I fronti aperti sono diversi, ma a preoccupare di più sono Libano e Gaza.
L’Iran ieri ha lanciato una vasta operazione su Israele in seguito all’invasione del Libano da parte di Tel Aviv. Dopo che missili, razzi e droni hanno invaso lo Stato ebraico, l’escalation di violenza non sembra affatto destinata a terminare.
Benjamin Netanyahu ha dichiarato che da parte di Israele arriverà una risposta all’Iran e dopo di lui lo ha fatto generale Herzi Halevi. “L’Idf (esercito israeliano ndr.) è in grado di raggiungere e colpire qualsiasi punto in Medio Oriente”. Parole che lasciano presagire che la situazione possa degenerare ancora. “Risponderemo, sappiamo come individuare obiettivi importanti, sappiamo come colpire con precisione e in modo potente”.
Iran-Israele, Loperfido (FdI) a Notizie.com: “Rischio concreto che il conflitto si estenda”
“L’apertura del fronte libanese e le recenti tensioni, inclusa la controffensiva dell’Iran, indicano un aggravamento della situazione. La possibilità che il conflitto si estenda su scala regionale, coinvolgendo più attori, è purtroppo senz’altro più concreta oggi rispetto a qualche settimana fa”. Così ai nostri microfoni il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido.
A Palazzo Chigi è stato convocato un tavolo permanente per seguire l’evolversi della situazione e adottare velocemente le misure necessarie. La premier Giorgia Meloni, i ministri degli Esteri Antonio Tajani, della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il consigliere diplomatico della presidente del Consiglio e Luca Ferrari, l’ambasciatore d’Italia in Israele, hanno lanciato un appello alla responsabilità. L’Italia ha chiesto di evitare l’escalation, anche in qualità di presidente di turno del G7, in tutto il Medio Oriente.
Un altro tavolo è convocato per oggi e nel frattempo Meloni ha presieduto una conferenza telefonica con i leader del G7. Dal vertice è emersa la volontà di lavorare per una de-escalation e per l’applicazione delle risoluzioni a Gaza e sul confine israelo-libanese.
“Come presidenza G7, insieme all’Ue, l’Italia è in costante contatto con i nostri partner dell’area mediorientale. È essenziale disinnescare il confronto militare tra Israele e Hezbollah. Siamo in continua attività con la comunità internazionale, come ribadito oggi dai ministri Crosetto e Tajani. Il dialogo resta la via maestra”, ha aggiunto Loperfido a Notizie.com.
“Certamente un percorso complesso ma è un risultato che possiamo ottenere solo se tutte le parti saranno coinvolte. E l’Italia in questo contesto, in questo quadrante internazionale, si è sempre contraddistinta per elemento di dialogo. Una postura che la rende credibile e autorevole. La priorità rimane quella di cercare una soluzione pacifica attraverso il dialogo e la diplomazia, evitando così la degenerazione verso una guerra generalizzata che ci catapulterebbe in contesti pericolosi e ignoti”.
Bergamini (FI) a Notizie.com: “L’Europa chiede di difendere chi si batte per i diritti umani”
Da maggioranza e opposizione arriva unanime l’appello al cessate il fuoco. “In queste ore nel Consiglio d’Europa si parla molto di Iran e ci viene chiesto non solo di rafforzare la vocalizzazione di quanto sta accadendo, ma anche la difesa di chi si batte per i diritti umani a mani nude nel proprio Paese”. Sono le parole di Deborah Bergamini, Forza Italia, vicepresidente della delegazione italiana all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che abbiamo contattato mentre era a Strasburgo.
“I rischi che ci sia veramente una precipitazione verso l’abisso del conflitto in tutta la regione mediorientale sono molto elevati. L’appello del governo italiano è il più sensato e utile che si possa fare”, ha aggiunto Bergamini ai nostri microfoni. “Per tutti gli attori in campo è il momento di sapersi fermare”.
La sicurezza e la diplomazia sono i due obiettivi che L’Italia ha intenzione di perseguire: “Anche dal ministro Crosetto sono venute parole chiare sulla sicurezza dei nostri connazionali in Libano, civili e militari. La seconda priorità è mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione, tra cui il dialogo con l’Iran, per arrivare al cessate il fuoco, evitando lo sprofondo che è stato evocato. Tutta la comunità internazionale vede quest’ultima come una possibilità”, ha dichiarato ancora Bergamini.
A livello internazionale, “l’Italia continua a lavorare su più fronti. In primo luogo la riunione dei premier G7 convocata dalla premier Meloni è proprio nell’ottica di una immediata interlocuzione per una soluzione che punti alla de-escalation. In secondo luogo, tramite il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, l’Italia potrebbe spingere per una risoluzione che rafforzi le missioni di peacekeeping, UNIFIL tra tutte, già attive nella regione e aumenti la pressione diplomatica per prevenire ulteriori escalation”, ha concluso Loperfido ai nostri microfoni.
La sicurezza dei cittadini è uno dei punti fermi delle opposizioni. “Già ora sono davvero troppe le vittime civili, i profughi, chi sta soffrendo per condizioni di vita difficilissime”, ha dichiarato ai nostri microfoni il deputato del Pd Andrea De Maria. “Il 7 ottobre sarò a Bologna accanto alla Comunità Ebraica per confermare la condanna più ferma alla barbarie del terrorismo di Hamas e per chiedere la liberazione degli ostaggi israeliani. E oggi deve essere fermissima la condanna del lancio di missili iraniani”.
De Maria (Pd) a Notizie.com: “L’Italia deve fare di più con la diplomazia”
Ma, aggiunge il deputato, il buonsenso di Netanyahu nel gestire la situazione è molto importante: “Le iniziative di Israele devono essere attente e proporzionate. Il governo Netanyahu sta scegliendo la strada di una spirale di guerra, che espone lo stesso Israele a gravi rischi e lo isola internazionalmente”.
“Il governo fa bene a chiedere la de-escalation. Come ad impegnarsi per l’ incolumità dei cittadini italiani, a partire dai nostri militari impegnati con coraggio ed abnegazione nella missione di pace in Libano”, ha aggiunto De Maria. Ma non è abbastanza: “L’ Italia può e deve fare di più. Serve una decisa azione diplomatica che chieda la riapertura di una prospettiva di pace e di dialogo. Solo nella pace si potrà garantire la sicurezza dello stato di Israele ed il diritto dei palestinesi a vivere in un proprio stato”.
Per Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, “la guerra totale in Medio Oriente si può ancora evitare. L’Unione europea lavori a un piano di descalation che preveda il cessate il fuoco in Libano e a Gaza. Se invece Israele continuerà con la sua invasione e con il genocidio del palestinesi presto il conflitto ingloberà altri Stati e si espanderà a macchia d’olio. Ristabilire il rispetto del diritto umanitario è il minimo che può fare la comunità internazionale se vuole schivare l’oblio verso il quale si sta velocemente dirigendo”.