Commissione Covid, scontro tra Conte e familiari vittime: “Ancora niente scuse, anzi, ci accusano”

“Dopo quattro anni i familiari delle vittime del Covid non hanno ancora avuto delle scuse. E anzi, vengono messi sotto accusa”. 

È scoppiata la polemica ieri, martedì 8 ottobre, tra i familiari delle vittime e Giuseppe Conte. Durante le audizioni della Commissione parlamentare di inchiesta sulla pandemia Covid-19, le associazioni hanno espresso la loro rabbia per le “mancate terapie” e per non aver potuto vedere i loro familiari deceduti. E hanno parlato di “cartelle cliniche false” e del presunto ritardo della zona rossa a Bergamo.

Commissione Covid, scontro tra Conte e familiari delle vittime
Commissione Covid, scontro tra Conte e familiari delle vittime (Ansa Foto) – notizie.com

Proprio su quest’ultima, è nato un dibattito tra Consuelo Locati, avvocata dell’Associazione Vittime Covid Sereni e Sempre Uniti, e l’ex premier. In particolare, la legale ha ricordato che nel primissimo periodo della pandemia, la zona rossa nella Bargamasca non sarebbe stata istituita per motivi economici. “Giuseppe Conte ha contestato le mie parole e voleva che dicessi esattamente a quale documento mi riferissi”, ha spiegato Locati a questi microfoni.

Io però non dovevo dire altro o spiegare altro rispetto a quello che ho rappresentato per conto dei familiari. Ho fatto riferimento a quatto articoli de La Verità che riportavano virgolettati di chat di altri documenti finiti in un altro filone di indagine”. Documenti che riguardavano la zona rossa nella Bergamasca. “Questi incartamenti sono stati riportati dalla testata ed emergono anche dagli atti della Procura di Bergamo. Ci sono state questioni economiche che hanno prevalso sulla tutela della salute. Mi pare di aver capito che la Commissione li acquisirà”.

“I politici rappresentano i cittadini, devono dare conto a loro”

La Commissione Covid-19 è presieduta dal senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei e punta a fare piena luce sulla gestione generale dell’emergenza sanitaria del 2020, affinché l’Italia non si trovi più impreparata di fronte a situazioni simili.

L’attacco di Conte sembrava personale. Mi ha chiesto se per conto di tanti altri familiari avessi depositato denunce nei suoi confronti”, racconta Locati. “Ma sa bene che invece si tratta di esposti nei confronti di ignoti, che ogni persona, da sola, ha depositato alla Procura di Bergamo per chiedere di indagare su cosa fosse successo. Si chiamano esposti: non ci sono nomi e visto che è un avvocato dovrebbe saperlo. Ero lì a rappresentare un’associazione che riunisce tanti familiari. È stato come colpire tutti loro. I politici sono i rappresentanti dei cittadini e devono rendere conto a loro di ciò che fanno, nel loro rispetto”.

Nell’audizione hanno preso la parola anche il Comitato nazionale dei familiari delle vittime del Covid, il Comitato vittime Covid Moscati di Taranto, in rappresentanza dei parenti delle vittime.

Covid, operatore sanitario con una tuta protettiva
Covid, operatore sanitario con una tuta protettiva (Ansa Foto) – notizie.com

Cosa c’è di umano nel vietare di vedere il proprio parente ormai morto?”, si domanda Sabrina Gualini, presidente del Comitato nazionale. Rabbia anche per le terapie e per “quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto”, ha spiegato Eleonora Coletta, del Comitato vittime Covid Moscati di Taranto.

I familiari hanno parlato anche di anomalie nella gestione dei ricoveri. Elisabetta Stellabollate, presidente del Comitato L’Altra Verità, ha perso il padre, Antonio, nel 2021. Ha accusato la medicina di aver “sovvertito i principi e ignorato i diritti dei malati” e puntato il dito contro i politici, “veri colpevoli” insieme “alla Chiesa” e al suo “grande silenzio”. 

Giuseppe Conte ai familiari: “Parenti dei medici potrebbero sedere al vostro posto”

Giuseppe Conte ha espresso solidarietà a Stellabollate e agli altri rappresentanti del Comitato L’Altra Verità: le “lascio la responsabilità di alcune affermazioni del tutto opinabili, come il fatto che sia responsabile la Chiesa, perché non mi sono chiare”, ha risposto l’ex premier. “Rispettando le sue opinioni, non posso condividere quando ha affermato, in modo davvero inaccettabile, che i nostri sanitari erano a girare filmini e a ballare, anziché curare i pazienti. Ricordo che molti parenti, familiari dei sanitari, potrebbero sedere al suo posto oggi, del tutto legittimamente, con la stessa angoscia e con dolore non meno profondo”. 

Durante i lavori della Commissione è stato audito anche il sindacato dei medici Anaao Assomed, in merito alla carenza delle mascherine, la “mancata quarantena” per il personale sanitario e la carenza di tamponi. I sanitari hanno raccontato anche delle assunzioni di “personale impreparato” e delle lettere inviate per chiedere l’estensione delle aree rosse.

Giuseppe Conte, Roberto Speranza
Giuseppe Conte, Roberto Speranza (Ansa Foto) – notizie.com

Tra i documenti presentati, un comunicato risalente al 10 marzo 2020 firmato dal segretario nazionale Carlo Palermo: “In alcuni casi non vengono eseguiti tamponi ai medici esposti finché non sviluppano sintomi, lasciando nella penosa incertezza i sanitari, che devono comportarsi, per responsabilità, come se fossero positivi, per non esporre i pazienti e le proprie famiglie al rischio di un eventuale contagio”. Così recitava il documento.

I medici: “Abbiamo sempre operato nel rispetto della scienza e dei pazienti”

Anaao Assomed ha ricordato la petizione lanciata il 13 marzo all’allora ministro Roberto Speranza e al Parlamento. “Va bene assumere medici, ma tutti con gli stessi diritti e tutele”: questo il nome della petizione, inviata anche a Giuseppe Conte il 22 marzo. Fu sottoscritta da 90mila medici e infermieri.

Anaao Assomed ha sempre operato nel rispetto profondo della scienza e dei pazienti, perché è il nostro ruolo”, scrive il sindacato. “È stato un periodo drammatico per cittadini, professionisti, malati, familiari, di cui ancora in molti portano cicatrici forse inguaribili. È una lezione che speravamo avrebbe aiutato le istituzioni a comprendere il valore dei sanitari e della vita, e i cittadini a comprendere il valore del medico e dirigente sanitario. Invece sembra che il Covid abbia solo accelerato un percorso di destrutturazione sociale e sanitaria che sembra ormai senza fine”.

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