Inchiesta ultras, Simone Inzaghi temeva lo sciopero del tifo alla finale di Champions: “Ma nessuna minaccia”

L’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, non indagato, è stato ascoltato dalle autorità in merito all’inchiesta sugli ultras milanesi.

Normali interlocuzioni, mai subìto minacce o intimidazioni”. È durato circa un’ora ieri il colloquio tra le forze dell’ordine e l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi. Il mister nerazzurro, non indagato, è stato chiamato a testimoniare nell’ambito dell’inchiesta “Doppia Curva” incentrata sui traffici illeciti dei vertici delle tifoserie.

Inchiesta ultras, Simone Inzaghi temeva lo sciopero del tifo alla finale di Champions: "Ma nessuna minaccia"
Inchiesta ultras, Simone Inzaghi temeva lo sciopero del tifo (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il nome di Inzaghi compare nell’ordinanza da oltre 560 pagine firmata dal gip Domenico Santorio nel capitolo relativo alla “gestione” dei biglietti della Curva dell’Inter. In particolare, agli atti c’è un colloquio tra l’allenatore ed uno dei capi della tifoseria, Marco Ferdico, accusato di associazione per delinquere aggravata dalla agevolazione mafiosa.

Ferdico è stato arrestato insieme ad altre 18 persone a Milano il 30 settembre scorso. L’inchiesta ha azzerato i vertici delle Curve di Milan e Inter, accusati di due diverse associazioni a delinquere (quella nerazzurra aggravata dall’agevolazione della cosca ‘ndranghetista dei Bellocco), estorsioni e traffici illeciti.

Forze dell’ordine e magistratura hanno messo nero su bianco diverse aree di interesse da parte delle Curve come parcheggi, merchandising e biglietti, appunto. Il caso è quello della finale di Champions League tra Inter e Manchester City che si è disputata ad Istanbul il 10 giugno 2023. Una finale che, come ha scritto il gip, avrebbe potuto fruttare un “impressionante ammontare degli introiti” e che ciò “era correlato al numero di biglietti che si riuscivano a conseguire su cui fare la cresta”.

La questione ruota attorno all’ipotesi investigativa che l’Inter si trovava in una situazione di sudditanza verso i capi della Curva con il risultato, di fatto, di agevolarli seppur obtorto collo, ovvero, con riluttanza. In base a tale sudditanza l’Inter concedeva abitualmente un certo numero di biglietti ai vertici della tifoseria. Questi ultimi erano soliti rivenderli a prezzi altissimi ottenendo appunto la “cresta” di cui parla il gip.

Per la finale di Champions, tali prezzi avrebbero raggiunto cifre astronomiche: dagli iniziali 70/80 euro, i ticket venivano rivenduti dagli indagati tra i 600 e gli 800 euro. L’obiettivo della Curva era quindi ottenere quanti più biglietti possibili. Avendo avuto “sentore” di questo, l’Inter ha inizialmente concesso agli ultras solo 800 biglietti a fronte di una richiesta di 1500 tagliandi. È a quel punto, nelle settimane precedenti la finale di Istanbul, che la tifoseria ha cominciato a premere sulla società.

Comunicati stampa, telefonate su telefonate anche a vertici societari ed ex calciatori come Marco Materazzi (anch’egli non indagato), scioperi del tifo. Pochi giorni prima del match in Turchia, il 24 maggio 2023, l’Inter ha disputato un’altra finale, quella di Coppa Italia contro la Fiorentina allo stadio Olimpico di Roma. In quel caso lo sciopero è durato 15 minuti.

Subito dopo è stato diffuso dagli ultras un comunicato stampa in cui si legge: “La Nord ha deciso di rinunciare in parte all’annunciato sciopero del tifo promesso per tutto il corso del primo tempo della finale a Roma. Ancora una volta le ragioni del cuore han superato l’orgoglio e le legittime rimostranze al fine di difendere un bene comune più grande e venire incontro ad una squadra in difficoltà sul campo. Adesso però è il momento di esser ricambiati per tutto questo immenso amore che vogliamo portare anche in Turchia“.

Proprio il paventato sciopero del tifo era particolarmente “temuto” da Inzaghi. Il mister, nell’intercettazione del 26 maggio con Ferdigo, ascoltata dagli inquirenti dice di aver letto “il messaggio che la Curva non canta a una finale, mi sono imbestialito”. “Te la faccio breve Mister – dice Ferdico – ci hanno dato 1.000 biglietti. Noi ci siam fatti due conti. Ne abbiam bisogno di 200 in più per esser tranquilli. Ma non per fare bagarinaggio mister. Arriviamo a 1200 biglietti? Questa è la mia richiesta”. Gli ultras alla fine hanno ottenuto dal club 1.500 biglietti, come chiedevano inizialmente.

Simone Inzaghi, deposizione di 60 minuti

Ieri Inzaghi, sentito come testimone nell’inchiesta milanese, si è recato in un ufficio esterno alla Questura di Milano per dribblare i cronisti. La deposizione è durata circa 60 minuti nel corso dei quali il mister nerazzurro ha risposto a tutte le domande. Ha raccontato di aver ricevuto prima un messaggio vocale da Ferdico e poi di averlo sentito al telefono. Dopo aver ascoltato le sue istanze, ha detto alla società che “c’era bisogno di qualche biglietto in più” per la finale.

La deposizione è durata circa 60 minuti nel corso dei quali il mister nerazzurro ha risposto a tutte le domande
Il procuratore di Milano Marcello Viola (ANSA FOTO) – Notizie.com

Ho rappresentato – ha messo a verbale – alla società, alla dirigenza, ma non ricordo a chi, la richiesta di Ferdico“. Poi, ha mandato un messaggio a Ferdico scrivendogli “ho fatto quello che dovevo fare“. Inzaghi ha chiarito che il suo “desiderio era che ci fossero i tifosi della squadra per poterla incitare” per la finale di Champions.

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