Michele Misseri ha rilasciato una nuova intervista a Le Iene in cui ha parlato dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi.
Michele Misseri è tornato ad auto-accusarsi dell’omicidio della nipote 15enne Sarah Scazzi, avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana, in Puglia. Lo ha fatto nel corso di un servizio giornalistico de Le Iene che andrà in onda domani, 13 ottobre, su Italia 1.
L’uomo ha ripercorso, insieme all’inviato Alessandro Sortino, tutte le tappe del delitto. Raccontando anche di abusi subìti da piccolo. Sempre in queste ore sua figlia, Valentina Misseri, ha rilasciato un’intervista al programma Farwest su Rai 3. La donna non ha dubbi: ad uccidere Sarah è stato suo padre. In carcere, però, condannate all’ergastolo, ci sono la madre Cosima Serrano e la sorella Sabrina. Il padre Michele, invece, dall’11 febbraio scorso è un uomo libero. Ha scontato la sua pena di 8 anni per concorso in soppressione del cadavere ed ha usufruito anche di alcuni sconti.
Valentina è l’unica della famiglia a non essere stata coinvolta nell’inchiesta giudiziaria. Secondo la donna il padre avrebbe strangolato la cugina perché “ci ha provato” e lei “giustamente si è rifiutata”. “Forse lì mio padre – ha detto Valentina Misseri – ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontato a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre”.
Una ricostruzione che, ai microfoni de Le Iene, lo stesso Michele ha confermato. “Volevo violentare Sarah – ha affermato Misseri a Sortino – ma non sono riuscito. L’ho molestata qui nel garage, volevo continuare ma poi non l’ho più fatto. Sotto il fico l’ho spogliata ma poi non l’ho fatto più e l’ho rivestita. Erano due anni che non avevo rapporti sessuali con mia moglie, io dormivo nella sdraio, lei nel letto matrimoniale“.
Michele Misseri: “Voleva scappare, ho preso la corda”
Il contadino di Avetrana nel corso delle indagini ha più volte confessato l’omicidio per poi ritrattare. Nel 2017 la Corte Suprema di Cassazione ha confermato le condanne all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Secondo i giudici il movente è da ricondurre ad un risentimento di Sabrina verso Sarah. “Sono io l’assassino di Sarah. – ha detto Michele – Non mi credono perché mi hanno fatto cambiare le versioni, non le ho cambiate io, me le hanno fatte cambiare. Ho allungato la mano e l’ho presa dalle spalle, mi ha dato un calcio da dietro e mi è salito un calore. Forse voleva scappare e io ho preso la corda”.
Misseri si è concentrato anche sul racconto di una violenza che l’avrebbe riguardato. “Quando avevo sei anni mio padre mi portò in una masseria a fare il pastorello. Lì mi hanno violentato. – ha spiegato il contadino – Non l’ho mai detto a nessuno. E se l’avessi fatto sarebbe stato peggio. Erano due, padre e figlio, e io avevo circa sei anni. Mio padre non mi ha mai difeso perché io non potevo parlare, ma aveva capito qualcosa perché ci lavava le mutandine e vedeva. Neanche mia moglie e le mie figlie lo sapevano”.