L’Italia sta diventando come gli Stati Uniti? Negli ultimi anni i casi di obesità sono aumentati del 36%: ecco le ragioni di questa statistica preoccupante.
L’Italia sta affrontando un incremento allarmante dei casi di obesità, con un aumento del 36% negli ultimi 20 anni. Questa tendenza preoccupante emerge chiaramente da una ricerca condotta dalla Fondazione Aletheia in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Il dato che forse più colpisce riguarda il consumo di cibi ultra-processati, responsabili del 14% delle calorie totali assunte quotidianamente dagli italiani. Questi alimenti, ricchi di additivi chimici e poveri di nutrienti essenziali, stanno diventando sempre più presenti nella dieta degli italiani, soprattutto tra i giovani e gli adolescenti.
Gli alimenti ultra-processati includono prodotti come merendine industriali, bevande gassate e snack salati che contengono numerosi additivi chimici come coloranti e dolcificanti artificiali. Sebbene questi additivi siano considerati sicuri dalle autorità sanitarie, il loro consumo frequente può avere effetti negativi sulla salute a lungo termine. L’effetto cocktail derivante dall’assunzione ripetuta di questi composti durante la giornata rappresenta una seria minaccia per la promozione di modelli nutrizionali sani ed equilibrati.
Nonostante la situazione italiana sia meno grave rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti – dove i cibi ultra-processati rappresentano fino al 60-70% dell’apporto calorico totale – il trend in crescita dell’obesità nel nostro Paese rimane motivo di grande preoccupazione. Negli USA l’obesità e le malattie correlate alla cattiva alimentazione sono tra le principali cause di morte, evidenziando così l’estrema urgenza nell’affrontare questo problema su scala globale.
Lo studio allarmanete e perché una corretta alimentazione farebbe risparmiare gli italiani
Sotto la guida del professor Antonio Gasbarrini e diretta da Riccardo Fargione, la Fondazione Aletheia si impegna nello studio e nella promozione di modelli nutrizionali sani attraverso un approccio multidisciplinare che coinvolge esperti nei settori della medicina, economia e giurisprudenza. Secondo lo studio condotto dalla fondazione, oltre 23 milioni di persone adulte in Italia soffrono attualmente di sovrappeso o obesità. La ricerca suggerisce che una riduzione del 20% delle calorie provenienti da cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi potrebbe evitare fino a 688000 casi di malattie croniche entro il 2050.
Oltre agli evidenti benefici per la salute pubblica derivanti da un miglioramento delle abitudini alimentari degli italiani vi sarebbe anche un notevole impatto economico positivo. Una corretta alimentazione potrebbe tradursi in un risparmio significativo per i cittadini italiani: fino a 12 miliardi di euro grazie alla riduzione delle spese sanitarie legate alle patologie croniche associate all’alimentazione scorretta