Pensioni VIP: non ci crederete ma parliamo di cifre da fame

Pensioni vip: cifre sorprendentemente basse per alcune (diverse) celebrità made in Italy. Parliamo anche di meno di 1000 euro.

In un periodo di incertezze legate alla futura riforma pensionistica sotto il governo Meloni, l’attenzione si sposta verso i vip, una categoria raramente associata a problemi economici. Tra cantanti, attori, influencer e calciatori emerge un quadro precario per quanto riguarda le loro pensioni, sfatando il mito della ricchezza perpetua.

I vip che prendono una pensione da fame
Questi vip più che fama… hanno fame – notizie.com

Il glamour e gli elevati compensi non garantiscono una pensione adeguata. La varietà delle professioni dei vip comporta sistemi contributivi eterogenei che possono risultare in assegni di pensione modesti. Questo scenario è particolarmente grave per coloro con carriere brevi o intermittenti, evidenziando la discrepanza tra successo lavorativo e sicurezza economica futura.

Nel mondo dello spettacolo i contributi sono basati su un sistema giornaliero con aliquote percentuali sul guadagno. Nonostante gli sforzi contributivi significativi, molti lavoratori si ritrovano con assegni mensili che non riflettono gli splendori delle loro carriere passate. Questa situazione solleva dubbi sulla sostenibilità del sistema previdenziale per queste categorie lavorative.

I vip che prendono una pensione bassa (nonostante la celebrità): alcuni casi emblematici

Celebrità come Giucas Casella e Barbara Bouchet hanno espresso frustrazione per le cifre percepite dalla loro pensione (nel caso del mago 700 euro, nel caso dell’attrice nota anche per essere la madre di Alessandro Borghese addirittura 511 euro – !), l’attuale vippone (protagonista del GF) Enzo Paolo Turchi 740 euro. Le loro testimonianze mettono in luce una realtà poco nota al grande pubblico e sollevano interrogativi sulla sostenibilità del sistema previdenziale italiano per categorie lavorative atipiche.

Per alcuni artistici la Siae rappresenta una fonte aggiuntiva di reddito attraverso diritti d’autore; tuttavia, anche questa entrata spesso non basta a garantire stabilità economica nel lungo termine. Artistici del calibro di Orietta Berti trovano difficoltà nel mantenere uno standard di vita adeguato alle aspettative contando solo sulla pensione (ed è per questo che – da qualche anno a questa parte – la rivediamo nel jetset e la risentiamo nelle radio tricolore con tormentoni estivi più o meno gradevoli).

L’analisi delle condizioni previdenziali dei vip italiani rivela una realtà complessa che sfida molti stereotipi associati al successo nel mondo dello spettacolo e nello sport. La discussione aperta da queste vicende potrebbe fungere da catalizzatore per un dibattito più ampio sulla necessità di riformare il sistema previdenziale in modo equo (e che sia ovviamente equo non soltanto per i vip ma per tutti coloro i quali smettono di lavorare dopo anni di contributi versati).

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