Ciro Ferrara ha giocato sia nel Napoli che nella Juventus, diventando in qualche forma bandiera di entrambe: ma per chi tifa?
È un arcano, al pari della gallina e dell’uovo (quale viene prima?). Ciro Ferrara tifa per la Juve (con cui ha giocato oltre 350 gare in dieci stagioni) o per il Napoli (squadra della sua città, in cui ha giocato oltre 320 match in nove anni)? La doppia bandiera, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport alla vigilia di Juve-Napoli di qualche settimana fa, ne ha parlato, focalizzandosi in oltre sul ritorno di Antonio Conte.
La figura dell’allenatore salentino emerge infatti come un ponte tra due realtà calcistiche intensamente vissute: da una parte il popolo napoletano che lo adora, dall’altra i tifosi juventini che conservano per lui un affetto indissolubile. Ferrara evoca la canzone di Adriano Celentano “Storia d’amore” per descrivere questo legame complesso e passionale, sottolineando come sia il mare del Golfo di Napoli sia la città di Torino rappresentino pagine significative nella vita professionale e affettiva di Conte (oltre che della propria).
Ciro Ferrara, l’esperienza da doppio ex e la risposta: per quale squadra tifa?
Ferrara parla poi della sua esperienza personale come giocatore simbolo sia del Napoli che della Juventus. Ricorda con nostalgia il periodo trascorso a Napoli, sottolineando come il primo scudetto vinto con la squadra azzurra rimanga un ricordo indelebile nella sua memoria e nel cuore dei tifosi. Nonostante le numerose vittorie ottenute nel corso della sua carriera, tra cui spicca anche la Champions League con la Juventus, Ferrara evidenzia l’unicità dell’emozione provata vincendo uno scudetto nella sua città natale all’età di 20 anni.
Quando si tratta di esprimere una preferenza tra le due squadre che hanno segnato profondamente la sua carriera sportiva, Ferrara non esita a dichiarare il suo amore incondizionato per Napoli: “Per chi tifo? Per la squadra della mia città“. Tuttavia, è altrettanto chiaro nel manifestare gratitudine verso la Juventus e verso Torino, riconoscendo l’importanza che queste hanno avuto nel suo percorso professionale ed umano.
Infine, Ciro Ferrara riflette sulla sua (breve) esperienza come tecnico. Ammette candidamente che tale ruolo non era destinato a diventare il fulcro della sua vita futura. Attraverso un processo di introspezione ha compreso che l’impegno richiesto dall’essere allenatore necessita una passione e una dedizione totale; qualità che ha realizzato non appartenergli completamente. Questa consapevolezza lo ha portato a intraprendere un cammino diverso da quello inizialmente immaginato.