Covid, i familiari delle vittime trascinano il governo davanti alla Corte di Strasburgo: “Morti per aver violato la Costituzione”

La Corte di Strasburgo ha notiziato il governo: l’Italia dovrà rispondere ad una serie di quesiti riguardanti l’emergenza Covid.

Carenze nell’affrontare l’emergenza, piano pandemico non aggiornato, parti civili non ammesse ai processi, violazioni dei diritti dell’uomo. Il governo italiano dovrà rispondere a tutte le richieste di chiarimento davanti alla Corte di Strasburgo. La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha infatti ammesso alla “seconda fase” il ricorso presentato dai familiari delle vittime del Covid-19.

Cassandra Locati, presidente dell'associazione #Sereniesempreuniti
Covid, i familiari delle vittime trascinano il governo davanti alla Corte di Strasburgo: “Morti per aver violato la Costituzione” (ANSA FOTO) – Notizie.com

La comunicazione che ci è pervenuta è importantissima. – ha detto Consuelo Locati, del team legale che segue i familiari – Il Tribunale ha ritenuto che l’oggetto del giudizio sia tale da meritare un’analisi approfondita da parte della Corte di Strasburgo. Che ha comunicato il nostro ricorso al Governo italiano e che ha dato termine alle parti per rispondere ai quesiti posti dalla stessa Corte”.

Gli avvocati che seguono da quasi 4 anni i familiari riuniti nell’associazione #Sereniesempreuniti sia in ambito penale sia civile, aveva presentato ricorso nel 2023. Dopo aver analizzato migliaia di documenti e aver ravvisato gli estremi di violazione dei diritti dell’uomo nella gestione della pandemia in Italia. Hanno aderito alla domanda circa 50 familiari di tutta Italia, da nord a sud. “Questo provvedimento ridà dignità alle nostre vittime – ha commentato Cassandra Locati, presidente di #Sereniesempreuniti – e riporta l’attenzione sul rispetto per noi familiari, quel rispetto che da oltre 4 anni le istituzioni italiane non ci hanno dimostrato”.

Ricorso alla Cedu, sotto accusa il governo dell’epoca

La decisione di rivolgersi a Strasburgo, dove ha sede la Cedu appunto, è arrivata dopo le archiviazioni del Tribunale dei Ministri di Brescia nell’agosto 2023. Un traguardo “storico” quello del secondo step. Come hanno fatto sapere i familiari delle vittime, solo il 10% dei ricorsi raggiunge tale risultato. Sotto accusa ci sono i componenti del governo di allora, la Regione Lombardia ed il Comitato tecnico scientifico appositamente costituito.

I giudici europei hanno analizzato con serietà la vicenda – ha continuato Locati – e dovrebbero essere presi ad esempio da quella parte dell’autorità giudiziaria che in Italia fa fatica a riconoscere il meritato approfondimento giuridico alla questione sottoposta al suo esame. E che ha avuto ad oggetto la morte delle persone per violazione degli obblighi imposti dalla nostra Costituzione, ma anche dalla normativa europea e internazionale”.

Al centro del ricorso la violazione di alcune norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (articoli 2 e 13 della Cedu), in relazione ai procedimenti dei Tribunali dei Ministri di Brescia e Roma che avevano avuto ad oggetto la gestione della pandemia nei primi mesi 2020. “Abbiamo la prova che le nostre richieste erano fondate. – ha concluso Locati – Ma soprattutto questa decisione ci conferma come siano stati ritenuti sussistenti i presupposti giuridici dell’indagine della Procura di Bergamo che aveva individuato 21 indagati”.

La battaglia dei familiari delle vittime del Covid

Alla Cedu, operativa dal 1959, aderiscono tutti i 46 membri del Consiglio d’Europa.
Il team dei legali è composto da Consuelo Locati, Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Alessandro, coadiuvato dagli avvocati Anton Giulio Lana e Alessio Sangiorgi di Roma. La battaglia dei familiari delle vittime del Covid sta andando avanti anche in parlamento nell’ambito dei lavori della Commissione parlamentare costituita ad hoc.

L'avvocato dei familiari vittime del Covid Consuelo Locati
L’avvocato Consuelo Locati (ANSA FOTO) – Notizie.com

La Commissione Covid è presieduta dal senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei e punta a fare piena luce sulla gestione generale dell’emergenza sanitaria del 2020. Nel corso di una delle ultime audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta, i familiari hanno espresso la loro rabbia per le “mancate terapie” e per non aver potuto vedere i loro familiari deceduti. Hanno anche parlato di “cartelle cliniche false” e del presunto ritardo della zona rossa a Bergamo.

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