Il pattugliatore della Marina militare Libra sta effettuando il suo secondo viaggio verso l’Albania, dove l’Italia ha realizzato i nuovi centri per migranti.
Arriverà domattina in Albania la nave Libra della Marina militare italiana. Il pattugliatore è in viaggio verso i nuovi centri italiani realizzati a seguito di un protocollo d’intesa con il governo di Tirana. A bordo, stando a quanto si apprende, ci sono 8 migranti.
Libra aveva preso il largo domenica scorsa da Messina. Ha poi raggiunto le acque internazionali con l’obiettivo di intercettare i migranti. Sulla nave le autorità hanno proceduto ad un pre-screening per accertare che tutti avessero i requisiti per essere sottoposti alla procedure accelerata di frontiera. I migranti, infatti, da protocollo non devono avere problemi di salute, devono essere maggiorenni e provenire da uno dei 19 Paesi inseriti nella lista di quelli sicuri.
L’arrivo, come già accennato, è previsto nella mattinata di domani a Shengjin, da dove i migranti saranno poi trasferiti nel centro di Gjader. Libra si è rimessa in moto, e così anche i centri dove si trovano al lavoro, ma senza migranti da assistere, quasi 300 persone tra operatori e forze dell’ordine. Le operazioni sono ripartite tra le polemiche. In atto c’è uno scontro tra governo e magistratura riguardante proprio i parametri affinché un Paese sia considerato sicuro.
Libra verso i centri per migranti in Albania, capitolo 2
“La grande strategia di Meloni e Salvini di contrasto all’immigrazione – ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi – ha portato oggi a un nuovo enorme successo. Ben 8 persone in questo momento sul pattugliatore Libra stanno raggiungendo i Cpr in Albania. Siamo alle comiche, se non fosse che i Cpr albanesi sono fuori dal diritto europeo e costano ben 1 miliardo di euro ai contribuenti italiani, che pagano per dei centri che finora hanno ospitato solo 12 persone“.
È il secondo viaggio che il pattugliatore sta effettuando da quando sono stati aperti i centri. Subito dopo il primo, il Tribunale di Roma ha infatti ordinato il rientro immediato in Italia dei migranti. Una questione non ancora risolta, nonostante il decreto legge approvato dal governo. Diversi giudici hanno fatto ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea per un parere in merito alla sicurezza dei territori di provenienza. Anche stavolta, perciò, il trasferimento dei migranti dovrà passare al vaglio della magistratura.
Sul numero esiguo di persone è intervenuto in questi minuti il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nel corso dell’audizione al Comitato Schengen. “Succede perché la verifica delle vulnerabilità e delle condizioni che devono ricorrere sono molto severe – ha detto Piantedosi, che ha anche annunciato la realizzazione di due nuovi Cpr – e ciò comporta che il numero di Migranti prelevati sia tarato per difetto piuttosto che per eccesso“.
Emergency in esclusiva a Notizie.com: “Pratiche illegittime”
L’esecutivo starebbe però mirando ad avere al più presto un pronunciamento della Cassazione che potrà consentire di mettere un punto fermo in merito alla questione dei migranti appartenenti ai cosiddetti Paesi sicuri. Del caso dei centri per migranti in Albania ne abbiamo parlato nelle corse ore con Davide Giacomino, advocacy officer di Emergency.
“Il trasferimento delle persone soccorse nei centri in Albania reitera due pratiche che riteniamo illegittime. L’assegnazione di porti lontani e quella dello sbarco selettivo. – ha spiegato l’advocacy di Emergency – Shengjin, il porto deputato allo sbarco dei migranti che si trova nell’Albania del nord, non dovrebbe essere considerato ‘place of safety’ per chi viene soccorso nel Mediterraneo centrale. Arrivare fin lì significa costringere i naufraghi a un viaggio più lungo del necessario, posticipando l’accesso a servizi essenziali e la richiesta di asilo”.
Sempre oggi sul tema dei migranti è arrivata anche la richiesta di rinvio a giudizio per 6 militari per la strage di Cutro. La Procura di Crotone vuole il processo per 4 uomini della guardia di finanza e 2 della capitaneria di porto. Gli appartenenti alle forze dell’ordine sono accusati accusati di aver contribuito, con inerzie ed omissioni, a provocare il naufragio del caicco Summer Love. Il natante è affondato il 26 febbraio 2023 davanti alle coste di Cutro provocando la morte di 94 migranti.