La Commissione di garanzia sugli scioperi ha invitato Cgil e Uil ad escludere i settori dei trasporti della sanità e della giustizia.
Il Garante ha indicato una violazione della regola della cosiddetta rarefazione oggettiva, ovvero il rispetto dell’intervallo minimo di dieci giorni tra gli scioperi proclamati.
Lo sciopero generale di Cgil e Uil è previsto per il prossimo 29 novembre. Prima ci sono quello di 24 ore dei trasporti tra il 23 e il 24, della giustizia del 25 e della sanità del 20.
Nel momento in cui si scrive, Cgil e Uil non hanno ancora preso una decisione ed è atteso nelle prossime ore un comunicato ufficiale, probabilmente congiunto, delle due sigle sindacali. Intanto Pierpaolo Bombardieri (segretario Uil) ha fatto sapere di essere stato informato con “una lettera della Commissione, che stiamo verificando e quanto prima faremo sapere le nostre valutazioni”.
La Cigl e Uil prendono tempo, l’Assomed conferma lo sciopero
E mentre i sindacati prendono tempo per le valutazioni, i medici hanno confermato lo sciopero contro la Manovra economica.
“La rarefazione oggettiva fa parte di quelle normative nazionali che noi, come rappresentanti dei medici, non abbiamo il potere di cambiare. Noi come Annao abbiamo subito dichiarato sciopero leggendo le varie agenzie di stampa sulla manovra economica, non sapevamo che altre organizzazioni sindacali volessero scendere in piazza. Le regole sono stringenti, ci dispiace, ma siamo certi che nonostante la rarefazione i medici scenderanno in piazza per i diritti loro e quelli dei dei pazienti”. Così, ai microfoni di Notizie.com, Giammaria Liuzzi, responsabile del settore giovani di Anaao Assomed
“Ci rendiamo conto che c’è una campagna di protesta col governo importante, sono cose tecniche dove però noi non ci addentriamo. La cosa fondamentale è che tutte le realtà sindacali vogliono un finanziamento importante della sanità pubblica, perché è in atto un definanziamento cronico del Ssn” – aggiunge – “Questo sciopero non è contro qualcuno o qualcosa, ma per i medici, per l’Ssn ed è l’unica tipologia non corporativa ma per coloro che devono essere curati”.
“Solo quando la sanità pubblica funziona si riescono a erogare i servizi migliori. Se la sanità funziona, va bene tutta l’Italia perché tutti gli italiani dovranno, prima o poi, essere a confronto con la qualità delle cure”, specifica.
Lo sciopero, la Manovra e cosa manca ai medici
Con Liuzzi ci siamo confrontati anche sui punti precisi che si erano chiesti e che hanno portato i medici a decidere di scendere uniti in piazza. “Manca la detassazione dell’indennità di specificità medica e sanitaria. È stata chiesta, prima della manovra, quasi ufficializzata, per rendere più appetibile gli ospedali italiani. Perché i medici, la categoria più aggredita e tacciata di dittatura sanitaria, che prima erano chiamati eroi e continuano a lavorare in una missione di erogare cure, si sono sentiti traditi di fronte a questo e così hanno decidere in piazza“, sottolinea senza giri di parole.
Passa poi a parlare anche dei giovani, il campo dove ha maggiori responsabilità: “L’incremento dello stipendio degli specializzandi non avverrà subito ma fra due anni, a fine 2026, e soprattutto va studiata la nuova riforma dell’accesso a medicina con numero chiuso che non viene abolito, ma posticipato di sei mesi. Considerando anche i circa 6mila pensionamenti annui dei medici con l’ingresso allo studio di 20mila giovani, e non più 12mila, si crea la pletora che è dispendiosa e inutile per provare a risolvere la paura degli italiani di non ricevere le cure necessarie per la loro salute”.