Quando un soggetto può essere escluso dalla successione per indegnità o ingratitudine? Tutto quello che c’è da sapere sul punto: i casi previsti.
La materia delle successioni ereditarie è una delle più complesse del nostro ordinamento e prevede una serie di norme da rispettare quando una persona muore. Tra queste, molti si chiedono se siano presenti anche quelle che incrociano aspetti emotivi. Più nel dettaglio, se è possibile escludere una persona dall’eredità per via di uno “sgarbo” o una “discussione”.
Il codice civile prevede che una persona possa essere esclusa dall’eredità per indegnità, una sanzione civile di carattere patrimoniale che si verifica in determinati casi, che devono essere accertati da un tribunale. Bisogna, dunque, analizzare la situazione nello specifico per capire se un soggetto possa essere escluso dal patrimonio ereditario.
Eredità, esclusione per indegnità: quali sono i casi previsti dalla legge italiana
Può un figlio essere escluso per ingratitudine dal patrimonio ereditario? In realtà, prima di rispondere ad un quesito che molti si sono sicuramente posti, è necessario fare delle precisazioni.
L’ingratitudine è un istituto giuridico che non riguarda la successione, ma le liberalità fatte in vita, mentre per quanto riguarda la materia delle successioni ereditarie è prevista l’indegnità (art. 463 codice civile) che consiste in una sanzione di carattere patrimoniale che non permette ad un soggetto di rientrare nell’eredità di una persona defunta. Quando si configura questa sanzione?
I casi, che devono essere accertati da un tribunale prima di procedere, devono avere una rilevanza giuridica, dunque, non si tratta di semplici discussioni tra persone o “sgarbi” tra genitori e figli. I casi previsti sono l’omicidio o il tentato omicidio della persona titolare del patrimonio, una denuncia nei confronti della persona per reati punibili con almeno tre anni di reclusione, ma poi risultata infondata; la decadenza dalla responsabilità genitoriale nei confronti della persona della persona titolare del patrimonio. A questi si aggiungono anche altri casi come: indurre con dolo o violenza la persona a revocare o modificare il testamento; alterare o nascondere il testamento della persona della cui successione si tratta ed, infine, la creazione e l’uso di un testamento falso. In tutte queste casistiche, anche se si tratta di erede legittimo, può verificarsi l’esclusione.
Per quanto riguarda l’ingratitudine, come detto questo istituto è relativo alle liberalità fatte in vita, come le donazioni. Una donazione in vita può essere, difatti, essere revocata per ingratitudine, in questi casi rientrano quelli appena descritti previsti dall’art.463 del codice civile, a cui si aggiungono anche le seguenti condotte: aver gravemente ingiuriato il donante, aver dolosamente arrecato grave pregiudizio al suo patrimonio o aver rifiutato indebitamente di corrispondergli gli alimenti.