Rimandata di un anno l’applicazione delle nuove norme sui prodotti come olio di palma e soia provenienti da terreni oggetto di deforestazione.
L’Europa non è pronta: slittano di un anno le nuove norme per i prodotti provenienti da terreni disboscati. Norme che riguardano l’applicazione del regolamento sulla deforestazione che mirano a garantire che i prodotti venduti nell’Unione europea non provengano da terreni disboscati.
La questione ruota attorno al fatto che anche l’Europa contribuisce alla deforestazione globale e al degrado forestale a causa del consumo di determinati prodotti. Parliamo in particolare di prodotti ottenuti da bovini, cacao, caffè, olio di palma, soia, legno, gomma, carbone e carta stampata. Già in vigore dal 29 giugno 2023, le disposizioni del regolamento dovevano essere applicate dalle imprese a decorrere dal 30 dicembre 2024. Tutto, però, è stato rimandato di un anno.
Nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha approvato lo slittamento con 371 voti favorevoli, 240 contrari e 30 astensioni. L’obiettivo è “consentire alle imprese di prepararsi meglio alle nuove regole”. Nello specifico, lo scopo delle nuove norme è ridurre le emissioni di carbonio nell’atmosfera. E affrontare la deforestazione illegale e il degrado forestale, nonché qualsiasi deforestazione dovuta all’espansione agricola causata dalla produzione delle materie prime.
Nei mesi che hanno preceduto l’entrata in vigore di un regolamento importantissimo in termini di impatto globale, l’Ue ha ricevuto segnali di “preoccupazione” da Paesi produttori, commercianti ed operatori in merito all’impossibilità di rispettare pienamente le norme se applicate a partire dalla fine del 2024. Secondo il testo adottato dai deputati, i grandi operatori e i commercianti dovrebbero rispettare gli obblighi derivanti dal presente regolamento a decorrere dal 30 dicembre 2025.
420 milioni di ettari di foresta persi tra il 1990 ed il 2020
Microimprese e piccole aziende, invece, avrebbero tempo fino al 30 giugno 2026. Il Parlamento ha inoltre adottato una serie di emendamenti che introducono una nuova categoria di Paesi che “non presentano alcun rischio” in materia di deforestazione, in aggiunta alle tre categorie esistenti di rischio “basso”, “standard” e “alto”. I Paesi classificati come “senza rischio”, definiti come paesi con uno sviluppo stabile o crescente delle aree forestali, sarebbero soggetti a requisiti significativamente meno rigorosi.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha stimato che 420 milioni di ettari di foresta, un’area più grande della stessa Unione europea, siano andati persi a causa della deforestazione tra il 1990 e il 2020. Il consumo dell’Ue rappresenta circa il 10% della deforestazione mondiale. L’olio di palma e la soia rappresentano più di due terzi di tale consumo.
Secondo il nuovo regolamento gli Stati membri avranno accesso alle informazioni pertinenti sulle merci e sui prodotti, come le coordinate geografiche e il Paese di produzione, attraverso un sistema digitale, ma non solo. Un sistema di benchmarking determinerà il rischio di deforestazione e verranno effettuate ispezioni.