Per questo 25 novembre 2024 ci siamo resi conto che c’è ancora molto da raccontare e da analizzare. Lo abbiamo fatto insieme a chi lotta ogni giorno.
“C’è una certa latenza, da parte delle istituzioni. Nel caso del braccialetto elettronico, abbiamo proprio dei tempi di reazione amministrativi che non possono essere annullati“. Così l’avvocata Ilaria Salamandra dello sportello Socio Donna di Roma.
Ci siamo interrogati a lungo su come affrontare questo 25 novembre 2024. Giorno dopo giorno sulle pagine del nostro magazine abbiamo raccontato di episodi terribili, di femminicidi, di giustizie e di ingiustizie, di violenze e di redenzioni, di denunce e di salvataggi. Storie di consapevolezza: che sia della donna, che sia dell’uomo, che sia di tutto il costrutto sociale che continua ad osservare e che solo a volte interviene.
“C’è una cresciuta sensibilità delle donne che sono più inclini a denunciare, anche se poi il problema, soprattutto in presenza di bambini, è che l’autonomia finanziaria gioca un ruolo molto importante per fare il passo successivo. Abbiamo avuto dei casi di donne che avevano iniziato questo percorso e che poi l’hanno abbandonato. Gli uomini maltrattanti non hanno piena consapevolezza di quelle che possono essere le conseguenze. Fondamentale in molti casi la costituzione di parte civile”.
L’avvocato Colasanti: “La psicologia della persona offesa”
A parlare è Roberto Colasanti, criminologo clinico e investigativo, colonnello dei carabinieri in congedo, rappresentante dell’associazione Pro Territorio e Cittadini odv. L’associazione opera ogni giorno con diverse sedi in Italia. Sempre in questi giorni ci siamo resi conto che molte storie sono finite alla ribalta delle cronache. Molte altre rimangono in un limbo. Ce le raccontano in prima persona i protagonisti. Storie terribili ed altrettanto importantissime, che devono servire da esempio, sprono e rivoluzione. Non solo per il singolo, ma per tutta la società.
“Un caso particolarmente rilevante che stiamo affrontando – ha raccontato l’avvocato Gabriele Colasanti – è quello di una donna di 43 anni che si è vista sostanzialmente privata della sua libertà di movimento, di frequentazione, di amicizie da un uomo. In particolare l’elemento di particolare crudeltà sono state le minacce ai figli dell’ex nati da una precedente relazione. Ciò ha prodotto dei risvolti di particolare negatività nella psicologia della persona offesa”.
Munafò a Notizie.com: “Donne mai da sole”
In un altro caso affrontato dall’associazione presieduta da Colasanti una donna, anch’ella di poco più di 40 anni, dopo aver interrotto una relazione sentimentale, si è vista stampare dei cartelli con tutta una serie di offese posizionate nel giardino condominiale dove abita. È stata inoltre vittima di violenza sessuale e l’uomo ha anche diffuso video intimi che ritraevano l’ex inviati addirittura alla madre della donna.
Ieri inoltre siamo stati a Roma, allo sportello di ascolto e prevenzione Socio Donna. Abbiamo voluto fare un punto della situazione, ancora una volta abbiamo ascoltato storie ed esperienze da chi a sua volta ogni giorno ascolta, agisce. E lotta, ed insiste, ogni giorno, non solo il 25 novembre. “Abbiamo avuto circa 60 chiamate dall’inizio dell’anno. – ha detto la sociologa Flavia Munafò – Una goccia in mezzo al mare, un cerchio d’acqua, piano piano sta succedendo questo. Le donne si rivolgono a noi prima e dopo aver denunciato, va però detto che le donne che si rivolgono a noi non vanno mai a denunciare da sole“.