La sentenza su Donald Trump per il caso Stormy Daniels è stata rinviata a data da destinarsi. Prevista oggi, ha subito un cambiamento visto l’insediamento alla Casa Bianca, ma non solo.
Rinviata a “tempo indefinito” la causa. Fa discutere ancora anche il caso per l’assalto a Capitol Hill.
Il rinvio della sentenza è stato annunciato dal giudice Juan Merchan, dopo che due anni fa i legali del neopresidente degli Stati Uniti avevano chiesto l’archiviazione del caso, con tempo fino al 20 dicembre per presentare argomenti in favore proprio dell’archiviazione. Una cosa non gradita dalla toga che ha imposto di presentare documenti entro il 2 dicembre per dare alla Procura la possibilità di rispondere entro il 9.
Inoltre, dato che un presidente in carica non può essere perseguito, e che non ci sarebbe stato tempo per fare il processo prima della salita al potere, il procuratore Jack Smith aveva chiesto una sospensione per l’assalto a Capitol Hill. Il tycoon ha evidenziato come questa sia “una grande vittoria per lo Stato di Diritto”, con il giudice che lascerà cadere anche l’iter processuale per i documenti segreti portati a Mar-a-Lago. Sono ben 184 i documenti messi da parte nella residenza in Florida del neo presidente, 15 scatole furono recuperate dall’Fbi con un blitz lo scorso 8 agosto.
Ma cosa era accaduto a Capitol Hill e perché Donald Trump era stato processato? Cosa c’entra l’ex attrice per adulti Stormy Daniels? Di seguito la storia che ha portato all’ipotesi di sentenza.
Donald Trump e Stormy Daniels: cosa è successo?
L’episodio che lega Donald Trump all’ex attrice per adulti Stormy Daniels ci porta indietro al 31 marzo del 2023 quando il tycoon è stato incriminato dal Grand Jury di Manhattan per la falsificazione di documenti aziendali in cui aveva nascosto il pagamento di 130mila dollari alla donna durante la campagna elettorale del 2016.
L’accusa aveva formulato un’arringa dove specificava che i soldi erano stati investiti per pagare il silenzio della donna su una relazione clandestina che i due avevano avuto 10 anni prima, camuffata come generico rimborso legale per l’avvocato Michael Cohen. Proprio quest’ultimo sarebbe stato poi il tramite per consegnare i soldi alla donna.
Il 31 maggio scorso una giuria di New York aveva poi riconosciuto l’uomo colpevole di ben 34 capi d’imputazione, tutti quelli presentati precedentemente dall’accusa. Questo faceva diventare Trump il primo ex presidente della storia degli Stati Uniti a diventare pregiudicato. Non ci sarà però oggi la sentenza, come avrebbe dovuto essere. Un rinvio che sarà rinviato a tempi da stabilire.
L’episodio dell’assalto a Capitol Hill
Tutti ricorderanno l’assalto a Capitol Hill, trasmesso in televisione da Fox e poi diventato virale in tutto il mondo. Cosa c’entra stavolta Donald Trump? Partiamo dal fatto che il caso è stato archiviato con il procuratore Jack Smith che già aveva chiesto una sospensione dato che un presidente in carica non può essere perseguito per legge e che non ci sarebbe stato tempo per giudicarlo prima dell’insediamento nella Casa Bianca.
Il 6 gennaio del 2021 i sostenitori del presidente uscente degli Stati Uniti avevano assaltato il palazzo del Campidoglio per consultare il risultato delle elezioni e per rifiutare la proclamazione di Joe Biden come nuovo presidente. La colpa di Trump fu quella di “aver scelto di non agire” nonostante il pressing dei suo consiglieri, compresi i figli Eric e Ivanka.
La commissione di inchiesta sull’assalto al Congresso aveva parlato di “tradimento al giuramento alla Costituzione e mancata difesa del paese” dato che lo stesso Trump aveva inviato i suoi sostenitori a marciare verso Capitol City. Il caso però è stato archiviato, non senza polemiche.