L’Australia ha deciso di scendere in campo per tutelare i minori di 16 anni dai social network. Vietati Instagram, Facebook e TikTok per i più piccoli.
Disposte multe salate alle piattaforme che vietano la legge e così la notizia risuona anche nel nostro paese dove da tempo si parla di questo tipo di misure.
In Italia si sta soffermando sulla questione l’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche e cyberbullismo che, insieme all’AISF, lanciato una raccolta firme per chiedere al Governo l’introduzione del patentino digitale obbligatorio.
Come funzionerà ce l’ha spiegato il presidente dell’Associazione Giuseppe Lavenia che a Notizie.com ha specificato: “Il patentino digitale obbligatorio sarà un percorso formativo strutturato per educare i ragazzi dai 9 ai 13 anni a un uso consapevole e responsabile delle tecnologie. Non sarà solo un certificato, ma un vero e proprio viaggio educativo che toccherà temi cruciali come la sicurezza online, la gestione delle emozioni nei social, il riconoscimento delle fake news, la prevenzione del cyberbullismo e l’importanza di comprendere le conseguenze delle proprie azioni digitali”.
Ma cosa si dovrà fare per ottenerlo? “I ragazzi dovranno partecipare a corsi organizzati da scuole o enti accreditati, dove verranno proposti moduli interattivi e attività pratiche. Ogni modulo terminerà con una verifica esperienziale, basata su simulazioni e discussioni che aiuteranno i giovani a interiorizzare ciò che hanno appreso. L’obiettivo non è giudicare, ma formare”, spiega il professore.
Conclude: “Il patentino sarà anche progressivo: man mano che i ragazzi matureranno, sbloccheranno funzionalità digitali in linea con la loro età e il livello di responsabilità acquisito. Questo approccio graduale permetterà loro di affrontare il mondo digitale con maggiore sicurezza e consapevolezza”.
Patentino digitale e riflessioni su web e minori
Sarà la soluzione per educare i più giovani il patentino digitale, Lavenia spiega: “Sì, perché la libertà digitale non dovrebbe mai essere sinonimo di abbandono. I ragazzi, senza le giuste guide, rischiano di essere sopraffatti da un mondo troppo grande per loro. Il patentino digitale non è una barriera, ma un ponte: un modo per prepararli ad affrontare con consapevolezza una realtà che può offrire molto, ma che nasconde anche molte insidie”.
Ma non stiamo parlando di un semplice divieto. “Si tratta di un approccio educativo che coinvolga famiglie, scuole e società in un’alleanza per proteggere i più giovani. Solo creando un sistema che li sostenga e li accompagni possiamo garantire loro una libertà che sia davvero significativa e non solo apparente”, specifica il professore.
Ma come si può obbligare in termini pratici i ragazzi a non utilizzare gli smartphone? Questo ci specifica il professore: “Il nostro approccio si basa su due pilastri: regolamentazione ed educazione. Esistono già norme europee che vietano ai minori di 13 anni l’accesso autonomo al digitale, ma è fondamentale applicarle con rigore e integrarle con percorsi educativi che aiutino genitori e scuole a proporre alternative valide. Non vogliamo semplicemente “togliere” lo smartphone, ma creare contesti che favoriscano la socialità, la creatività e l’interazione reale. Campagne di sensibilizzazione e supporto educativo per le famiglie saranno essenziali per far comprendere che posticipare l’uso dello smartphone non è una privazione, ma un’opportunità per costruire nei ragazzi competenze emotive e sociali più solide”.
Come fare il patentino digitale?
Abbiamo chiesto a Giuseppe Lavenia come fare il patentino digitale passo dopo passo: “Il percorso inizia con l’iscrizione a un programma formativo erogato da scuole o enti accreditati. Questo percorso sarà suddiviso in moduli tematici: si partirà dalle basi, come impostare una privacy sicura, per poi affrontare tematiche più complesse, come la gestione del tempo online, il riconoscimento delle fake news e la prevenzione di fenomeni come il grooming o il cyberbullismo. Le attività proposte saranno pratiche e coinvolgenti, con simulazioni ed esercizi di gruppo per rendere il percorso concreto e applicabile nella vita quotidiana. Anche i genitori saranno coinvolti in incontri periodici, per imparare insieme ai loro figli e creare un dialogo aperto sul tema digitale”.
“Alla fine di ogni modulo, ci sarà una verifica pratica. Una volta completato il percorso, il ragazzo riceverà il patentino e potrà accedere al digitale in modo progressivo e guidato, con limiti concordati con la famiglia o con un supervisore educativo”, aggiunge il professionista.
Un passo verso un futuro migliore in cui ci sia più controllo, questo si augurano Lavenia e l’Associazione che guida: “Il prossimo passo sarà trasformare il patentino digitale in una realtà diffusa su scala nazionale. Questo significa creare una rete di scuole, enti formativi e aziende tecnologiche capaci di offrire strumenti educativi adeguati. Parallelamente, svilupperemo un’app dedicata che permetta a genitori e ragazzi di monitorare e gestire il percorso formativo in modo semplice e intuitivo. L’obiettivo è ambizioso: costruire un cambiamento culturale che faccia del digitale una risorsa, non un pericolo. Il patentino sarà solo il punto di partenza, il primo passo verso una società più consapevole e responsabile nell’uso della tecnologia. Insieme, possiamo creare un futuro in cui il digitale sia un mezzo per crescere, non per perdersi”.