Addio all’Ape Piaggio, perché si trasferisce in India dopo 76 anni e cosa si venderà al posto dell’iconico mezzo a tre ruote

Stop alla produzione in Italia per lo storico tre ruote italiano che per oltre 70 anni ha calcato le strade del nostro Paese: addio all’Ape car della Piaggio.

Sono stati i sindacati i primi a darne notizia, poi l’indiscrezione è stata confermata dall’azienda. Piaggio non produrrà più lo storico tre ruote Ape, conosciuto anche come Ape car, in Italia. Tra le motivazioni principali le sempre più stringenti normative in materia di sicurezza ed inquinamento in Europa.

Addio all'Ape car Piaggio
Addio all’Ape Piaggio, perché si trasferisce in India dopo 76 anni e cosa si venderà al posto dell’iconico mezzo a tre ruote (ANSA FOTO) – Notizie.com

Piaggio sposterà quindi la lavorazione dell’iconica Ape italiana in India, dove sarà anche messa sul mercato. Come già accennato, la notizia è stata diffusa dalle organizzazioni sindacali dello stabilimento Piaggio di Pontendera, in provincia di Pisa. Per l’azienda produrre il “tre ruote” nel nostro Paese non è più sostenibile. Bisognerebbe adeguare in primis il motore, una progettazione che cozzerebbe però con gli attuali volumi di vendita in Italia ed in Europa.

In Toscana sarà prodotto il Porter, l’erede dell’Ape

Per Pontedera è prevista una riconversione. In Toscana sarà prodotto il Porter, il veicolo commerciale che di fatto ha ereditato il mercato dell’Ape. In particolare, nello stabilimento si lavorerà al Porter elettrico, presentato nel 2021 e frutto di una joint-venture con la cinese Foton. Lo stop definitivo della produzione del mezzo, che nel corso degli anni ha rivestito nell’immaginario collettivo il ruolo di mini taxi o di negozio ambulante di ogni tipo di prodotto, è prevista per la fine del 2024.

Con ogni probabilità in India si produrrà anche la versione elettrica dell’Ape. Nel subcontinente il mezzo potrebbe essere facilmente utilizzato grazie anche a una rete di distributori presso cui è possibile sostituire la batteria scarica, estraendola dal proprio veicolo, con una appena ricaricata. Non si sono fatte attendere le reazioni dei sindacati.

Al di là dell’aspetto romantico del legame col territorio è una scelta in qualche modo obbligata. – ha detto Angelo Capone, segretario Fiom Pisa – L’Ape è un euro 4 a due tempi. Immaginare un due tempi euro 5 è una cosa complicata dal punto di vista della meccanica. Sarebbe necessario cambiare la motorizzazione ma a quel punto non sarebbe più un’Ape“.

Nacci (Uilm): “Non ci sono più margini per produrre in Italia”

Al momento non sembrerebbero esserci preoccupazioni né ripercussioni dal punto di vista dell’occupazione, come conferma anche Flavia Capilli, segretaria regionale della Fim Cisl. “Quando ci hanno comunicato la notizia – ha affermato Capilli – c’è stata preoccupazione sul momento, però abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che ci sono altri modelli da sviluppare su cui investire, le linee saranno riorganizzate, anche se spiace per questo pensionamento”.

L'Ape car Piaggio in Cambogia
Nacci (Uilm): “Non ci sono più margini per produrre in Italia” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Con le attuali normative non ci sono più margini per produrre in Italia. – ha concluso Samuele Nacci, segretario provinciale Uilm Pisa – Il nostro dispiacere è per un pezzo di storia di Pontedera che se ne va, con l’Ape che sarà ancora realizzata in altri stabilimenti di altri Paesi. Forse certe leggi sono state introdotte un po’ frettolosamente. Sembra che solo l’Europa si preoccupi dell’inquinamento, mentre al resto del mondo non frega nulla“.

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