Filippo Turetta condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per la morte di Giulia Cecchettin. La sentenza della Corte di Assise di Venezia. 

Arriva la condanna di primo grado per lo studente di ingegneria Filippo Turetta, accusato e reo confesso di aver ucciso l’ex fidanzata con 75 coltellate. La sentenza arriva a poco più di un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre del 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. Escluse le aggravanti dello stalking e della crudeltà.

Filippo Turetta in Aula nel giorno della requisitoria del pm il 25 novembre
Filippo Turetta condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin (Ansa Foto) – notizie.com

La camera di consiglio è durata circa sei ore. La sentenza è stata letta dal presidente del collegio Stefano Manduzio ed è arrivata dopo cinque udienze di un processo breve, perché si è svolto, col consenso della difesa e della Procura, senza ascoltare i testimoni e senza ulteriori consulenze.

Due giudici togati e i sei popolari hanno accolto la richiesta del pubblico ministero che aveva definito il femminicidio “l’ultimo atto di controllo” da parte di Filippo Turetta nei confronti della ex ragazza che lo aveva lasciato. Lo studente di ingegneria dovrà pagare anche le spese processuali e di custodia in carcere. Oltre che all’ergastolo, condannato all’interdizione perpetua ai pubblici uffici.

Turetta era accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento del cadavere di Giulia Cecchettin. Il pm Andrea Petroni nella requisitoria aveva chiesto l’ergastolo. La difesa del giovane, rappresentata da Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, aveva chiesto di considerare insussistenti le aggravanti e di riconoscere le attenuanti generiche. I giudici hanno escluso la crudeltà e lo stalking, mentre hanno riconosciuto quella della premeditazione. Resta in piedi anche l’accusa di sequestro di persona e occultamento di cadavere.

I giudici di Venezia hanno disposto il dissequestro degli effetti personali di Giulia Cecchettin. Turetta dovrà risarcire il padre della vittima col pagamento di una provvisionale di 500mila euro, i fratelli Elena e Davide di 100mila euro. E la nonna Carla Gatta e lo zio Alessio Cecchettin di 30mila euro. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni.

Gino Cecchettin: “Tutti abbiamo perso, nessuno mi darà Giulia indietro”

Filippo Turetta era presente in Aula ed ha ascoltato la sentenza in silenzio. In Tribunale, anche Gino Cecchettin, padre di Giulia, che dal femminicidio della figlia si è impegnato contro la violenza sulle donne. L’uomo non si è risparmiato ai microfoni dei cronisti dopo la lettura della sentenza: “Oggi abbiamo perso tutti come società”, ha dichiarato. “Nessuno mi ridarà indietro Giulia, non sono più sollevato, né più triste rispetto a ieri. È chiaro, è stata fatta giustizia, ma dovremmo fare di più come esseri umani. La violenza di genere va combattuta con la prevenzione, non con le pene”. 

Gino Cecchettin in aula del Consiglio Regionale del Veneto, durante un convegno
Gino Cecchettin: “Tutti abbiamo perso, nessuno mi darà Giulia indietro” (Ansa Foto) – notizie.com

Ora si riparte con i messaggi di sempre, mi dedicherò alla Fondazione Giulia, cercando di salvare altre vite”, ha aggiunto Gino Cecchettin ai microfoni dei cronisti fuori dall’Aula della Corte di Assise dopo la sentenza di primo grado sul femminicidio della figlia.

Durante la lettura del presidente del collegio, Filippo Turetta è apparso impassibile. Come nelle udienze precedenti, ha tenuto la testa bassa prima di lasciare l’Aula, scortato dalla polizia penitenziaria.

Sono state escluse due importanti aggravanti della crudeltà e dello stalking. Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma non siamo delusi”. Sono le parole dello zio di Giulia Cecchettin, Andrea Camerotto. “È un ergastolo, la massima pena che si può infliggere”.

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