La portoghese Teresa Anjinho è stata eletta dal Parlamento nuova Mediatrice europea (Ombudsman). Entrerà in carica il 27 febbraio 2025 ed avrà un mandato di 5 anni.
Dopo due turni di votazione Anjinho ha ottenuto la maggioranza necessaria dei voti espressi. Ha ricevuto il sostegno di 344 deputati in una votazione a scrutinio segreto, ovvero la maggioranza necessaria dei voti espressi, come stabilito dall’articolo 237 del Regolamento del Parlamento.
Al primo e al secondo scrutinio hanno partecipato sei candidati: Teresa Anjinho (Portogallo), Emilio De Capitani (Italia), Marino Fardelli (Italia), Julia Laffranque (Estonia), Claudia Mahler (Austria) e Reinier van Zutphen (Paesi Bassi).
I due italiani erano candidati di alto profilo. De Capitani è già stato a capo della Commissione europea per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), ed è professore ospite e contenzionista strategico al Tribunale dell’Ue e della Corte di Giustizia Ue. Fardelli, invece, è attualmente Difensore civico d’Italia e della Regione Lazio.
Esperta di diritti umani e ricercatrice accademica
Teresa Anjinho, invece, è un’esperta di diritti umani e ricercatrice accademica, membro del Comitato di vigilanza dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). In precedenza è stata vicemediatrice del Portogallo. Si è impegnata a rafforzare la fiducia tra l’Ue e i cittadini e a sostenere i più alti standard di integrità, responsabilità e reattività.
“Il mondo di oggi non comprende l’indecisione dovuta a formalità o burocrazie inutili, né accetta ritardi ingiustificati. – ha dichiarato Anjinho – Dobbiamo sempre rispettare il giusto processo, le regole e i procedimenti formali essenziali, ma dobbiamo anche fare i conti con la realtà. È una questione di fiducia nell’istituzione, ma anche, alla fine, nell’Unione europea nel suo complesso”.
Anjinho succede all’irlandese Emily O’Reilly
Istituito nel 1995, l’ufficio del Mediatore europeo indaga su casi di cattiva amministrazione all’interno di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Ue. Agisce di propria iniziativa o in risposta a denunce di cittadini dell’Ue. Anjinho succede così all’irlandese Emily O’Reilly. O’Reilly ha diffuso in queste ore la sua ultima relazione annuale nella quale ha tracciato il bilancio del 2023.
Ogni anno, l’Ombudsman presenta al Parlamento una relazione sull’esito delle indagini di interesse pubblico. Le tre principali preoccupazioni emerse nelle indagini del 2023 sono state la trasparenza, la responsabilità e l’accesso del pubblico a documenti e informazioni (34,2%), la cultura del servizio (21,5%) e l’assunzione di dipendenti pubblici dell’Ue (15,3%).
Le indagini sui vaccini e sull’industria del tabacco
In particolare, O’Reilly lascia in eredità a Anjinho indagini molto rilevanti. Tra di esse l’accesso pubblico alle e-mail e ai messaggi relativi agli acquisti di vaccini Covid-19. Documenti che la Commissione europea presieduta da Ursula von Der Leyen avrebbe tardato a fornire al Mediatore ed ai cittadini che li richiedevano.
C’è poi la questione della trasparenza delle interazioni dell’Unione europea con l’industria del tabacco. Gli eurodeputati, a seguito della presentazione del rapporto di O’Reilly hanno chiesto alle istituzioni dell’Ue di prestare molta attenzione alle attività di lobbying che potrebbero compromettere la trasparenza e aumentare il rischio di conflitti di interesse. Il riferimento è all’aggiornamento del Codice di condotta a seguito dello scandalo di corruzione in Qatar.