Cecilia Sala è arrivata in Italia, tutti i punti da chiarire sui 21 giorni di detenzione nel carcere di Evin: il ruolo dei servizi segreti

Cecilia Sala è appena atterrata in Italia: tutti i punti da chiarire sui ventuno giorni di detenzione della giornalista rimasta 21 giorni nel carcere di Evin. 

Sono molti i punti che restano ancora da chiarire riguardo il ritorno in Italia di Cecilia Sala. Al netto del lavoro diplomatico, che è riuscito a portare a casa la giornalista dopo ventuno giorni di detenzione nel carcere dei detenuti intellettuali di Evin in Iran, si dovrà chiarire ora quale e se ci sia stato un accordo tra i governi. E cosa cambierà adesso per Teheran nei rapporti internazionali.

Cecilia Sala durante il suo podcast
Cecilia Sala è arrivata in Italia, tutti i punti da chiarire sui 21 giorni di detenzione nel carcere di Evin: il ruolo dei servizi segreti (Ansa Foto) – notizie.com

Cecilia Sala è atterrata nel pomeriggio di oggi, mercoledì 8 gennaio, in Italia. Era arrivata con regolare visto giornalistico ottenuto dall’ambasciata iraniana a Roma il 13 dicembre, per raccogliere materiale per il podcast Stories per Chora Media e per realizzare i suoi reportage per Il Foglio. Il 19 dicembre è stata prelevata dalla polizia dalla camera d’albergo dove alloggiava e portata in una cella di isolamento del carcere di Evin. Il giorno dopo era previsto il ritorno in Italia per trascorrere il Natale a casa.

Nella stessa prigione sono reclusi oppositori politici, giornalisti e cittadini stranieri. Incluso il Premio Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, per il suo attivismo per i diritti umani e contro l’uso dell’hijab in Iran. A dare l’allarme in Italia è stata proprio Chora Media, dopo che Cecilia Sala non rispondeva ai messaggi e non aveva inviato una puntata del podcast.

Cecilia Sala e Mohammad Abedini

La notizia del suo arresto viene resa nota solo il 27 dicembre con una nota della Farnesina. Le autorità italiane e la famiglia della giornalista avevano sperato di ottenere una scarcerazione veloce. Per questo avevano preferito mantenere il silenzio. Nelle stesse ore in cui la notizia della detenzione di Cecilia è stata resa nota, Chora Media ha cominciato ad aggiornare attraverso i social media, sulla collega giornalista.

Il 27 dicembre l’ambasciatrice italiana in Iran Paola Amadei ha visitato la 29enne in carcere per verificare le sue condizioni di salute e come venisse trattata in carcere. Per settimane Cecilia è rimasta in una cella di isolamento con una luce perennemente accesa. Senza poter distinguere il giorno e la notte, le sono stati confiscati anche gli occhiali da vista.

Cecilia Sala, Mohammad Abedini
Cecilia Sala e Mohammad Abedini (Ansa Foto) – notizie.com

Fino al 31 dicembre non sono state formalizzate accuse a suo carico, rendendo la situazione ancora più complicata. Alla Vigilia di Capodanno poi, il Ministero della Cultura e dell’Orientamento islamico ha fatto sapere che Cecilia Sala è stata reclusa a Evin per una violazione della legge della Repubblica islamica dell’Iran.

La genericità delle accuse ha fatto sospettare che la detenzione della giornalista fosse più un rapimento, una ritorsione dopo l’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi. Parliamo dell’ingegnere svizzero-iraniano di 38 anni arrestato dalla Digos all’aeroporto di Malpensa su ordine Usa, avvenuto il 16 dicembre, tre giorni prima che Cecilia venisse portata a Evin. L’imprenditore è accusato di aver fornito materiali elettronici e droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane, violando le leggi Usa. E di aver supportato i Pasdaran, organizzazione che gli Stati Uniti considerano terroristica.

Abedini è stato prima portato nel carcere di Busto Arstizio, poi in quello di Rossano Calabro e infine in quello di Opera. Qui è tuttora recluso in attesa che la Corte d’Appello di Milano si pronunci sulla sua estradizione negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi la Procura generale di Milano si è opposta ai domiciliari.

Il lavoro di Meloni e Tajani e il ruolo di Carlo Nordio

Che gli arresti di Abedini e quello di Sala fossero correlati era stato confermato in un primo momento su X dall’ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran a Roma. C’era infatti stato un incontro il 2 gennaio tra il capo della Farnesina Antonio Tajani e l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sabouri. Questo post è stato successivamente smentito dal Ministero degli Esteri di Teheran. Il Dicastero pur confermando l’inchiesta a carico della giornalista, ha negato che essa fosse correlata a quella di Abedini.

In questi ventuno giorni, la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alfredo Mantovano hanno seguito la vicenda attentamente. Il 2 gennaio la questione è stata discussa in un vertice al quale hanno partecipato anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il consigliere diplomatico della presidente Fabrizio Saggio.

Proprio il Guardasigilli avrebbe la facoltà di revocare la misura cautelare per Abedini, appellandosi all’articolo 718 del codice di procedura penale. E proprio l’intreccio tra politica, giustizia e diplomazia potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale nella scarcerazione di Cecilia Sala. “L’estradizione di Abedini sarà valutata secondo i parametri giuridici”, ha dichiarato Carlo Nordio. In un primo momento era trapelata la notizia che l’argomento del tavolo fosse proprio la questione dell’ingegnere iraniano, ma poi è arrivata la smentita del Guardasigilli: “Attualmente la mia principale preoccupazione è quella della separazione delle carriere e della legge costituzionale. E su questo è stato l’incontro”.

Il viaggio-lampo di Giorgia Meloni negli Usa

Il 5 gennaio la presidente del Consiglio Meloni è volata a Mar-a-Lago, residenza del presidente eletto Donald Trump. Quest’ultimo si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio. I dettagli dell’incontro e sugli esiti sono rimasti nel riserbo fino ad oggi. Il giorno dopo, 6 gennaio, Mantovano ha tenuto un’audizione al Copasir durata due ore e mezza. Poi ci sono state le dimissioni dal Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza (Dis) della direttrice generale Elisabetta Belloni.

Anche questo, stando alle notizie ufficiali, non avrebbe un collegamento con la gestione del caso di Cecilia Sala. Ma quali conseguenze avrà adesso la scarcerazione della giornalista sulle relazioni con l’Iran?

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