Poliziotti feriti e bombe carta a Roma, tensione e vernice rossa a Milano, disordini e scontri a Torino e Bologna, striscioni a Napoli, un fast food danneggiato a Busto Arsizio.
È un primo bilancio dei cortei di protesta per chiedere verità e giustizia per la morte del 19enne egiziano Ramy Elgaml, avvenuta a Milano lo scorso 24 novembre a seguito di un inseguimento con i carabinieri nel capoluogo lombardo.
“Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, – ha dichiarato la premier Giorgia Meloni – ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle forze dell’ordine va la nostra solidarietà. Insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”.
Sul fronte delle indagini i pm hanno iscritto nel registro degli indagati, contestando, a vario titolo, falso e frode processuale e depistaggio, due carabinieri. Il militare alla guida della gazzella era già stato iscritto per omicidio stradale, come il 22enne tunisino Fares Bouzidi che conduceva lo scooter T-Max. Si indaga anche per depistaggio in merito alla presunta cancellazione del video del testimone, quello ripreso dalle telecamere.
A riaccendere le proteste la diffusione di video e audio dell’inseguimento
La Procura della Repubblica di Milano sta aspettando la conclusione di tutti gli approfondimenti. Tra di essi la consulenza cinematica e dinamica sull’incidente e quelle informatiche su telefoni e dispositivi dei militari e sul cellulare del teste oculare. A quel punto non sono escluse modifiche delle accuse.
A riaccendere le proteste, già andate in scena nel quartiere Corvetto di Milano subito dopo la tragedia, la diffusione di video e audio sui media riguardanti gli ultimi istanti di vita di Ramy, con l’inseguimento dei carabinieri. Nelle immagini si vede un primo impatto tra la gazzella dei militari e lo scooter sul quale ci sono due ragazzi: Ramy e il conducente Fares.
8 poliziotti sono rimasti feriti nel corso di scontri scoppiati a San Lorenzo, a Roma. I circa 400 manifestanti, che esponevano uno striscione con la scritta “Vendetta per Ramy, la polizia uccide“, hanno rovesciato alcuni cassonetti all’altezza di piazza Immacolata e poi sono avanzati verso le forze dell’ordine lanciando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti. Una bomba carta ha infranto il vetro di un blindato e a quel punto è scattata una carica di contenimento.
Tensione c’era stata anche alle manifestazioni svoltesi a Milano e a Bologna. Nel capoluogo lombardo nel pomeriggio di ieri centinaia di manifestanti hanno sflilato dietro agli striscioni “Dalle periferie al centro non staremo in silenzio. Milano è zona nostra”. Il corteo era organizzato dal Coordinamento Antirazzista Italiano e dal centro sociale Cantiere. Tra i partecipanti anche la fidanzata di Ramy.
“Le periferie – ha detto una delle organizzatrici al megafono prima della partenza – vengono nominate sui giornali soltanto associate a casi di cronaca, alla parola sicurezza e alla parola paura. Siamo qui non solo per ricordare Ramy e dare forza a Fares e ai loro familiari. Ma anche per tutte le vittime di omicidio razziale che in Italia hanno perso la vita“.
Nelle scorse ore a Busto Arsizio i poliziotti, intervenuti presso un McDonald’s per fermare due giovani che davano fastidio ai clienti, sono stati accerchiati con cori per Ramy ed insulti alle forze dell’ordine. Bloccati e identificati due uomini di origine marocchina.
A Bologna è stata presa d’assalto la sinagoga
A Bologna venerdì sera ci sono stati lanci di bottiglie, fumogeni, bombe carta e petardi e i manifestanti hanno alzato una barricata con transenne dei cantieri buttate a terra con le quali è stata alzata anche una barricata. Sempre a Bologna è stata presa d’assalto la sinagoga, che ha subito atti vandalici nella notte. Atti vandalici e devastazioni registrate anche in molte zone del centro storico. Due manifestanti sono già stati denunciati dalla polizia.
A Torino nelle scorse ore ci sono stati momenti di tensione tra le forze dell’ordine e i centri sociali. Durante una manifestazione, i partecipanti hanno tentato di raggiungere prima il commissariato Dora Vanchiglia e poi la caserma dell’Arma Bergi di piazza Carlina nel centro storico. Il tentativo ha scatenato degli scontri tra le forze dell’ordine e il corteo con il lancio di pietre, spranghe e bombe carta. Polizia e carabinieri hanno risposto con cariche di alleggerimento e lacrimogeni.