Partita iva 2025: quanto si pagherà di tasse pur non fatturando

I titolari di partita Iva che non generano fatturato si chiedono se siano previste delle spese anche in questi casi: cosa prevedono le normative in vigore.

L’Italia è una delle Nazioni con il maggior numero di lavoratori autonomi a livello europeo. Secondo le recenti statistiche in merito, difatti, nel nostro Paese si contano ben circa 5 milioni di partite Iva aperte, di cui quasi 2 milioni a regime forfettario.

Partita Iva
Partita iva 2025: quanto si pagherà di tasse pur non fatturando (Notizie.com)

Molti si chiedono quali siano i costi da sostenere, tra tasse e contributi previdenziali, essendo titolari di partita Iva e, soprattutto, quali spese e obblighi fiscali sono previsti se non si genera fatturato. Analizziamo, nel prossimo paragrafo, cosa accade in questo particolare caso e cosa dice la normativa in merito.

Partita Iva senza fatturato, quali sono le spese che deve sostenere il titolare

Essere titolari di partita Iva comporta delle spese tra tasse e contributi previdenziali. Le prime sono dovute allo Stato e tra queste rientrano Irpef o l’imposta sostitutiva nel regime forfettario, mentre i contributi vanno versati alla cassa previdenziale di riferimento o all’Inps per gli iscritti Gestione Separata.

Partita Iva
Partita Iva senza fatturato, quali sono le spese che deve sostenere il titolare (Notizie.com)

Per quanto riguarda le partite Iva che non generano fatturato, sia ordinarie che forfettarie, regime agevolato previsto in alcuni casi, bisogna sapere che non sono dovute tasse allo Stato, dato che quest’ultime vengono calcolate proprio in base al reddito percepito. Essendo, dunque, il valore imponibile pari a zero non si dovranno versare tasse. Il discorso cambia, invece, per i contributi previdenziali, dato che in alcuni casi sono previste le quote annuali, indipendentemente dal fatturato del lavoratore autonomo. In queste categorie rientrano ad esempio i commercianti e gli artigiani.

In altri casi, le casse previdenziali prevedono dei contributi annuali minimi che riguardano, dunque, anche i lavoratori senza fatturato. Le casse in questione sono l’Inpgi per i giornalisti e L’Enpap per gli psicologi, questi lavoratori autonomi sono tenuti a versare annualmente una quota minima, non calcolata in base al fatturato, ed una quota che tiene conto del reddito effettivo. Infine, per gli iscritti alla Gestione Separata Inps non è previsto il versamento di contributi annuali se il reddito è pari a zero.

Infine, una partita Iva non utilizzata per tre anni consecutivi, come previsto dalla normativa vigente, potrebbe essere chiusa d’ufficio dall’Agenzia delle Entrate. Non emettendo alcuna fattura per 36 mesi consecutivi e rimanendo senza fatturato, dunque, potrebbe arrivare il provvedimento dell’ente. Il fatturato pari a zero, però, non esonera dalla dichiarazione Iva annuale che deve essere comunque presentata dal titolare.

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