Giallo all’archivio centrale di Stato: cosa può contenere il fascicolo vuoto su Emanuela Orlandi

Si infittisce il mistero sui documenti riguardanti la scomparsa di Emanuela Orlandi all’Archivio centrale dello Stato.

Pietro Orlandi parla durante un incontro pubblico sulla sparizione della sorella Emanuela
Giallo all’archivio centrale di Stato: cosa può contenere il fascicolo vuoto su Emanuela Orlandi (Ansa Foto) – notizie.com

Io stessa in Commissione avevo rappresentato l’esistenza di un fascicolo vuoto” lì, ha denunciato l’avvocata Laura Sgrò, legale della famiglia della cittadina vaticana scomparsa. “Se si tratti dello stesso o di un secondo fascicolo, non lo so”. 

La documentazione in questione è quella recante la scritta Ministero dell’Interno – Direzione centrale della Pubblica sicurezza – U.C.I.G.O.S – Scomparsa Emanuela Orlandi, ma che nei fatti è vuota perché contiene solo questa descrizione e non il contenuto delle indagini. La scoperta è stata fatta dal giornalista Gian Paolo Pelizzaro, che si trovata nell’Archivio come fa spesso per effettuare ricerche. Pelizzaro è anche consulente della Commissione di inchiesta parlamentare sulla scomparsa di Orlandi e Mirella Gregori.

La documentazione è composta da un totale di quattro fogli: un frontespizio, due in cui si menzionano Alì Agcà, Phoenix e il fronte turkesh. E un ultimo contenente ritagli stampa. “Se è lo stesso” fascicolo, commenta la legale Sgrò, che assiste Pietro Orlandi nella ricerca della verità sulla sorella, “ne avevo già chiesto conto, se è un altro il mistero si infittisce”. Poi l’appello: Cercassero il contenuto”. 

Cosa potrebbe essere accaduto all’Archivio di Stato con i documenti su Emanuela Orlandi

Il fascicolo in questione è stato riversato all’Archivio centrale dello Stato nel 2017 per effetto della direttiva Renzi sulla desecretazione delle stragi. Con essa “c’è stata una interpretazione restrittiva da parte di alcuni enti che hanno riversato solo i titoli, mentre più correttamente le agenzie di sicurezza hanno dato una interpretazione estensiva della Direttiva, cioè hanno riversato l”intera serie archivistica che conteneva quella documentazione, restituendo così l’intero contesto di quel fascicolo”. 

La spiegazione arriva da Simona Greco, responsabile delle Raccolte speciali, al presidente della Commissione di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d’Italia, che non appena venuto a conoscenza della notizia si è recato all’Archivio centrale dello Stato per vederci più chiaro.

Pietro Orlandi con uno striscione recante il nome e il viso della sorella Emanuela
Cosa potrebbe essere accaduto all’Archivio di Stato con i documenti su Emanuela Orlandi (Ansa Foto) – notizie.com

Per quanto riguarda l’assenza del contenuto, non si può escludere neppure che possa essere stato acquisito in precedenza dall’autorità giudiziaria. Spetterà ora alla bicamerale d’inchiesta scoprire dove siano i documenti mancanti. Il presidente De Priamo ha già fatto richiesta di acquisire tutto ciò che è in possesso dell’Archivio sul caso. “Riuniremo l’Ufficio di presidenza della Commissione per valutare i passi opportuni per ritrovare questa documentazione e verificare i contenuti”, ha spiegato, ringraziando la dottoressa Greco di “averci spiegato l’iter di questo versamento da parte del Ministero dell’Interno nel 2017″. 

Stando alle prime informazioni, la documentazione dovrebbe contenere informazioni su telefonate, atti dei servizi di sicurezza e della Questura di Roma, la richiesta dei verbali di Agcà rese in qualità di teste, accertamenti relativi ai cittadini turchi, lettere in lingua tedesca arrivate all’Ansa e al Messaggero. E anche accertamenti su Montesanti Alfondo De Lellis Patrizia, informazioni sul fronte di liberazione turco anticristiano Turkes, messaggi a firma Phoenix. A parte questi fogli, come emerso, non sono stati versati i relativi atti.
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