La Procura di Milano ha rinviato a giudizio con citazione diretta Chiara Ferragni per la vicenda della presunta truffa in relazione alle operazioni commerciali Pandoro Pink Christmas, Limited Edition e Uova di Pasqua Chiara Ferragni – Sosteniamo i Bambini delle Fate.
La notizia arriva dal team che difende l’imprenditrice digitale, che sottolinea: “Non ha commesso alcun reato”. Il decreto di citazione è stato notificato questa mattina, mercoledì 29 gennaio, ai difensori. Il prossimo 23 settembre è programmata l’udienza pre-dibattimentale per l’imprenditrice digitale e gli altri, davanti al giudice monocratico della terza sezione penale del Tribunale di Milano.
La richiesta a firma dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pubblico ministero Cristian Barilli riguarda anche altre persone. Oltre che Chiara Ferragni, è coinvolto anche Fabio Damato, il suo ex braccio destro, la manager Alessandra Balocco e l’imprenditore Francesco Cannillo. Tutti dovranno rispondere a vario titolo dei reati di truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali sopra citate.
Le indagini sono state chiuse ad ottobre 2024 ed “hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni”, che avrebbero indotto “in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche”.
Di cosa è accusata Chiara Ferragni
Stando alle indagini, Chiara Ferragni avrebbe dunque ingannato i consumatori e, attraverso le due campagne commerciali, avrebbe ottenuto un profitto di circa 2,2 milioni di euro e anche benefici collegati al “ritorno di immagine”. Le vicende contestate dagli inquirenti e finite nel mirino dell’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) com’è noto, risalgono al Natale 2022 (nel caso del Pandoro) e a Pasqua 2021 e 2022 (nel caso delle uova di Pasqua).
L’operazione Balocco avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti”, che erano convinti che, acquistando il dolce natalizio al prezzo di 9,37 invece che 3,68 avrebbero aiutato l’ospedale Regina Margherita di Torino. Secondo la Procura invece, le società Ferragni avrebbero incassato circa un milione di euro per sponsorizzare su Instagram l’iniziativa di beneficenza. Per la quale Balocco avrebbe destinato 50mila euro, indipendentemente dalle vendite, che si sarebbero attestate ad “almeno 362.577″ pandori.
Nella chiusura dell’indagine la Procura non ha quantificato il presunto profitto ingiusto, che dovrebbe superare i 2 milioni di euro. “Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale”, hanno spiegati gli avvocati di Chiara Ferragni Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana.
Le sue parole
“E che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti all’Agcom. L’interlocuzione con i pubblici ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al giudice del dibattimento ogni decisione, nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio, che affronteremo serenamente”.
Anche Chiara Ferragni ha commentato la notizia in una nota: “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare alcun processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”.