“Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. E per questa ragione il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha assolto Domenico Arcuri, ex commissario straordinario per l’emergenza Covid.
Il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha assolto l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, che era accusato di abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla fornitura di mascherine dalla Cina nella prima fase dell’emergenza. Nel 2020.
“Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”, questa la motivazione della sentenza emessa al termine del rito abbreviato. La decisione arriva direttamente dal gup proprio perché l’ex commissario per l’emergenza Covid ha scelto il rito abbreviato.
Gli altri imputati dovranno attendere: atti inviati alla Consulta
Per gli altri imputati, una decina, che hanno scelto il rito ordinario, il giudice ha accolto la richiesta del pubblico ministero, sollevando la questione di costituzionalità, relativa all’attuale formulazione del reato di traffico di influenze illecite. E gli atti finiranno in mano alla Consulta.
L’inchiesta dei pm Fabrizio Tucci e Gennaro Varone (oggi a Pescara), riguardava l’affidamento per l’acquisto di oltre 800 milioni di mascherine per un valore di 1 miliardo e 250 milioni di euro, effettuate con l’intermediazione di alcune imprese italiane. Secondo le indagini, i coinvolti nell’inchiesta avrebbero approfittato delle proprie relazioni personali per ottenere vantaggi dall’acquisto dei dispositivi di protezione.
Nei mesi scorsi i pm avevano chiesto 16 mesi di pena per Domenico Arcuri. La requisitoria però, era stata fatta prima dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Erano già state archiviate le accuse di corruzione e peculato, inizialmente ipotizzate dalla Procura.
L’abuso di ufficio non è più reato nel 2024, come previsto dal Ddl Nordio. A dicembre la Procura di Roma aveva già sollecitato il giudice per l’udienza preliminare di sollevare la questione di costituzionalità proprio sull’attuale formulazione giuridica del reato di traffico di influenze illecite.
Tra gli imputati c’è anche l’imprenditore ed ex giornalista Mario Benotti, morto nel 2023, accusato di traffico di influenze illecite insieme con il responsabile della struttura emergenziale per il Covid, guidata all’epoca da Antonio Fabbrocini, che risponderà di frode nelle pubbliche forniture, falso e abuso d’ufficio.
“Questa sentenza liberatoria arriva con ritardo. Avevo chiesto l’abbreviato il 15 settembre 2023 per ottenere l’assoluzione nel merito”. Questo il commento di Grazia Volo, avvocata di Domenico Arcuri, dopo l’assoluzione. “Faticosamente, per via di molti rinvii, sono riuscita a discuterlo il 15 aprile 2024, portando all’attenzione del giudice tutti gli argomenti che dimostravano l’insussistenza dei fatti contestati. Abbiamo lavorato per quasi cinque anni con lealtà e tenacia per difenderci nel processo e non dal processo. Non ho mai invocato una legge salvifica ma sono sempre stata convinta della piena e totale innocenza di Arcuri”.