“Il Gnl (Gas naturale liquefatto) americano può essere una leva strategica per diversificare le forniture, ma ha costi superiori rispetto al gas trasportato via pipeline”.
A parlare è Marco Lupo, amministratore e direttore commerciale di Utilities Dimension, delegato Assium Emilia Romagna ed esperto nei settori dell’energia elettrica e del gas naturale. Con Lupo abbiamo fatto il punto della situazione in merito ai prezzi dell’energia e delle strategie per il futuro.
Nelle scorse ore l’indice Igi (Italian gas index, ovvero l’indice italiano del prezzo del gas naturale) è aumentato del 9% in un solo giorno. “Il prezzo del gas è influenzato da diversi fattori. – ha spiegato Lupo – Clima più freddo, minore produzione eolica e blocco delle forniture russe via Ucraina verso l’Europa. Questi elementi hanno spinto i prezzi al rialzo, anche se negli ultimi giorni si è registrato un lieve calo, con il gas che ha sfiorato i 40 euro/MWh e previsioni di ulteriore ribasso per marzo”.
Una condizione che pesa anche sull’Italia
L’amministratore ci ha spiegato che questa volatilità ha generato una corsa agli acquisti, creando un effetto a catena. Il Ttf (Title transfer facility) di Amsterdam, la principale borsa europea del gas, amplifica questi movimenti con bolle speculative più basate sulle aspettative degli investitori che su una reale scarsità di materia prima. Queste portano a incrementi verosimilmente del 20 o 30% sul prezzo finale. Ed è una condizione che pesa anche sull’Italia, dove i prezzi restano alti nonostante gli stoccaggi siano ancora al 55%.
“Gli oneri – ha continuato Marco Lupo – sono aumentati di circa il 20% rispetto al 2019. Quindi il taglio di questa componente alle Pmi ed il bonus famiglie con Isee sotto i 25mila euro sono manovre utili che Palazzo Chigi ha deliberato in queste ore, ma restano misure temporanee e non strutturali. Il disaccoppiamento tra il prezzo dell’energia prodotta dal gas e quello delle rinnovabili, invece, sarebbe un’azione che porterebbe benefici immediati. Ma richiede un accordo europeo per essere applicata in modo stabile“.
Bisogna ricordare che nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha anche dato il via libera ad un disegno di legge delega sull’energia nucleare. L’obiettivo è arrivare, stando alle parole del Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, alla realizzazione di centrali da fusione di ultima generazione entro la fine di questo decennio.
“Sul rilancio del nucleare – ha affermato il delegato di Assium Emilia Romagna – la sfida sarà quella di non rallentare lo sviluppo delle rinnovabili per riservarsi spazio di continuità nel futuro. Anzi, serve accelerare la semplificazione burocratica e incentivare maggiormente le comunità energetiche. Personalmente, ho aderito al progetto Rimini Comunità Solare 2035 perché credo che il futuro dell’energia debba partire dai territori. Oggi il fotovoltaico installato copre solo il 4% dei Pod (Point of Delivery) in Italia, ma già produce energia pari a due o tre centrali nucleari”.
Ridurre la dipendenza dalle importazioni
Secondo Lupo questo dimostra il potenziale enorme che potremmo sfruttare. Se investissimo in accumuli diffusi, ad esempio installando 1 MWh di accumulo in ogni cabina secondaria di trasformazione della rete, potremmo ottenere 450 GWh di capacità immediata. Quindi superiore al picco giornaliero nazionale, migliorando la stabilità del sistema e riducendo la dipendenza dalle importazioni. È una direzione da esplorare con attenzione, ma il potenziale per un sistema più resiliente e decentralizzato è reale.
Gli Stati Uniti, però, starebbero spingendo l’Europa a importare più Gnl americano. “Il Gnl americano può essere una leva strategica per diversificare le forniture, ma ha costi superiori rispetto al gas trasportato via pipeline. – ha detto Lupo – Affidarsi eccessivamente agli Stati Uniti potrebbe creare nuove vulnerabilità geopolitiche, esponendoci alle loro strategie di export e a cicli economici imprevedibili”.
La soluzione più solida per l’Italia è quella di un mix equilibrato
E poi: “La soluzione più solida per l’Italia resta un mix equilibrato. Oggi importiamo gas da una dozzina di fornitori, con l’Algeria e l’Azerbaigian che stanno progressivamente aumentando il volume attraverso i gasdotti Transmed e Tap. L’obiettivo non deve essere sostituire una dipendenza con un’altra, ma costruire un portafoglio diversificato e più sicuro in attesa di un’indipendenza”.
Il governo ha anticipato le aste di stoccaggio per riempire i depositi ora che i prezzi sono leggermente calati, con l’obiettivo di raggiungere il 90% di capienza per l’inverno. “È necessaria maggiore trasparenza nel mercato retail, dove molti consumatori si trovano con contratti poco chiari e condizioni penalizzanti. – ha concluso Lupo – L’educazione energetica è fondamentale. Molte famiglie e imprese cambiano operatore senza avere gli strumenti per valutare davvero le offerte. Qui entra in gioco la figura dell’Utility Manager Uni 11782, in grado di guidare l’utente verso scelte più consapevoli. Con le giuste mosse, è possibile evitare ulteriori rincari e migliorare la sicurezza energetica del Paese”.