Mutuo a tasso variabile, occhio alla previsione: cosa accadrà a strettissimo giro

Il mutuo a tasso variabile potrebbe tornare più conveniente nei prossimi mesi rispetto a quello fisso? Le previsioni degli analisti.

I mercati cercano di intuire quale potrebbe essere il nuovo trend per i mutui. Lo scorso anno, quasi tutti avevano scommesso sulla possibilità di un pareggio tra tasso fisso e variabile per i mutui. E, in effetti, dopo la sesta riduzione dei tassi di interesse operata dalla BCE, il tasso variabile del mutuo è sceso parecchio. Il tasso variabile sui mutui in Italia è appunto vicino al 2,50% (indice Euribor a tre mesi), mentre il tasso fisso (indice IRS a vent’anni) si attesta intorno al 2,68%.

Ragazzi con degli scatoloni da trasloco in testa
Mutuo a tasso variabile, occhio alla previsione: cosa accadrà a strettissimo giro – notizie.com

Dopo che la Banca Centrale Europea ha portato l’indice Euribor a tre mesi, il riferimento del tasso variabile, a scendere sotto l’IRS a vent’anni (che è il riferimento usato per i mutui fissi), i finanziamenti per acquistare casa con interessi variabili sembrano orientati a offrire maggiore convenienza ai mutuatari rispetto al tasso fisso.

Gli analisti prevedono che l’Euribor potrebbe addirittura raggiungere un minimo storico pari al 2,10% entro dicembre 2025. Dopodiché dovrebbe ricominciare a risalire gradualmente. Di conseguenza, il mutuo a tasso variabile potrebbe presto diventare più vantaggioso, specie nel breve termine. Ovviamente, non va escluso il rischio di aumento delle rate nel lungo periodo. Bisogna infatti continuare a tenere in considerazione vari fattori come l’inflazione e le tensioni geopolitiche internazionali che potrebbero spingere l’UE a una politica monetaria più cauta.

Che cosa accadrà? In questo momento i mercati appaiono poco ottimisti rispetto al futuro prossimo. La timida discesa dei tassi inaugurata dopo un pesante biennio di crescita senza precedenti si è già esaurita? Dopo l’ultimo taglio ai tassi operato il 6 marzo 2025, la BCE potrebbe evitare nuovi interventi di riduzione del costo del denaro.

Mutuo a tasso variabile: la convenienza sarà breve

Il problema dei dazi minacciati da Trump non è l’unica preoccupazione che potrebbe spinger la BCE a una politica monetaria meno coraggiosa. Il timore è che tutta l’Eurozona possa andare incontro a una nuova stagione caratterizzata dall’inflazione. Ci sono già stati segnali importanti in Germania. E anche in Italia, a febbraio 2025, l’inflazione è tornata a salire. Dipende dall’aumento dei prezzi dei beni energetici e dalle tensioni geopolitiche.

Una ragazza controlla sul laptop i grafici di mercato
Mutuo a tasso variabile: la convenienza sarà breve – notizie.com

Si sa: quando l’inflazione cresce, le banche centrali, come la BCE, tendono a intervenire aumentando i tassi d’interesse per contenere la crescita dei prezzi. Ed ecco perché è possibile un nuovo periodo di crisi per il mutuo a tasso variabile.
In parallelo, in tutta Europa stanno anche aumentando le spese militari. Solo in Italia la spesa per le armi è salita a 31 miliardi di euro nel 2025, con un incremento del 60% rispetto al 2016.

E più crescono le spese militari e più aumenta il debito pubblico. Si prevede dunque che molti Governi europei emetteranno più titoli di Stato. E tutto ciò potrebbe portare a un aumento dei rendimenti obbligazionari, influenzando i tassi d’interesse applicati ai mutui. Di certo, il mutuo a tasso variabile sarà il primo a risentirne.

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