“Qualora il profilo del dna di Chiara Poggi risultasse compatibile con quello di Andrea Sempio, tale risultato da solo non sarebbe sufficiente per identificarlo come l’assassino”.
Ne è convinto Roberto Colasanti, criminologo clinico e investigativo, colonnello dei carabinieri in congedo, rappresentante dell’associazione Pro Territorio e Cittadini odv. In queste settimane, come è noto, è tornato alla ribalta delle cronache il delitto di Garlasco.
La Procura della Repubblica di Pavia ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, oggi 37enne, nella nuova inchiesta per l’omicidio di Chiara Poggi. Il delitto è avvenuto nella villetta di famiglia in via Pascoli a Garlasco il 13 agosto del 2007. Sempio, allora 19enne, era ed è un amico del fratello della vittima. La sua posizione era stata passata al vaglio di inquirenti ed investigatori per due volte per poi essere archiviata in entrambi i casi.
Colasanti in esclusiva per Notizie.com: “Limitata quantità di dna estratta”
Stavolta, però, i pm, spinti anche dal deposito di alcune consulenze da parte dei legali di Alberto Stasi. Bisogna ricordare che quest’ultimo è stato già condannato in via definitiva per il delitto, sono decisi ad andare fino in fondo. Sempio, dopo essersi rifiutato, è stato sottoposto coattivamente al tampone salivare. Adesso si attendono i risultati della comparazione. Nel frattempo la Procura ha chiesto al gip di poter procedere con un incidente probatorio.
“Gli esami di laboratorio sulle tracce biologiche per la profilazione del dna – ha spiegato, in esclusiva per Notizie.com, il criminologo Colasanti – e la successiva comparazione a fini identificativi rappresentano un ausilio fondamentale per gli inquirenti nella ricerca della verità, sebbene non possano sempre e comunque costituire la chiave risolutiva. L’omicidio di Chiara Poggi ne è un chiaro esempio”.
Secondo Colasanti, infatti, qualora il profilo del dna estratto dal tampone subungueale prelevato dalle dita della vittima risultasse compatibile con quello di Sempio, tale risultato da solo non sarebbe sufficiente per identificarlo come l’assassino.
“Le scienze forensi – ha continuato l’esperto – indicano che la limitata quantità di dna estratta potrebbe suggerire si tratti di dna trasferito da un oggetto piuttosto che da un contatto diretto tra persone. Inoltre, poiché Andrea Sempio frequentava abitualmente l’abitazione della famiglia Poggi a causa di una stretta amicizia con Marco, il fratello minore di Chiara, la presenza del suo dna sarebbe ampiamente giustificata”.
Sempio: “Frequentavo la casa, ero lì nei giorni precedenti”
Si tratta proprio della tesi espressa dal 37enne in queste ore. “Frequentavo la casa, quindi – ha spiegato Sempio – dovessero trovare delle mie tracce, dna, impronte. Frequentavo la casa. Ero lì nei giorni precedenti, andavo lì con Marco. Quindi se ci fossero mie tracce, non sarei stupito. Quello che mi dà da pensare è che, adesso, dicano dna probabilmente da contatto. Però, dico: se fosse Dna da contatto, allora non dovrebbe esserci una parte minima e infinitesimale. Mi aspetterei una quantità sostanziosa, ben evidente”.
Nell’incidente probatorio la Procura ha indicato anche oggetti che vennero trovati in casa la mattina del 13 agosto 2007 o successivamente nella pattumiera. Si parla di una confezione di tè freddo, un vasetto di yogurt e una scatola di cereali. Colasanti si è poi soffermato su un possibile movente. Sempio ha affermato che non c’è mai stata né una relazione con Chiara. “Non c’è mai stato nessun contatto personale, non solo fisico. – ha affermato l’indagato – Ma non c’è mai stata una chiamata sul cellulare, un contatto, un’uscita con amici”.
“Per quanto la psiche umana possa riservare sorprese, il movente appare poco verosimile”
“Il movente – ha concluso Roberto Colasanti – dovrebbe essere correlato a una passione amorosa folle e celata, manifestatasi quando egli aveva avuto certezza che Chiara fosse sola. E che, di fronte al rifiuto, avrebbe scatenato una reazione omicida. Tuttavia, per quanto la psiche umana possa riservare sorprese, nel caso specifico appare poco verosimile”.
“Andrea Sempio era consapevole del legame sentimentale di Chiara e della possibilità che potesse essere raggiunta in qualsiasi momento dal fidanzato presso la sua abitazione. In assenza di segnali incoraggianti da parte di Chiara nei confronti di Andrea, ai quali il fratello Marco avrebbe dovuto prestare attenzione, l’improvvisa iniziativa di Andrea nel tentare fortuna presentandosi direttamente a casa sembra essere scarsamente supportata dalle testimonianze fornite dai familiari della vittima“.