Carlo Nordio salvo, Daniela Santanchè rinvia: il governo di Giorgia Meloni tra sfiducia e tribunale

Un respingimento ed un rinvio. Protagonisti della giornata politica il Ministro alla Giustizia Carlo Nordio, per cui la Camera dei Deputati ha respinto la mozione di sfiducia, e la Ministra del Turismo Daniela Santanchè, per la quale il Tribunale di Milano ha rinviato l’udienza del caso Visibilia.

Carlo Nordio e Daniela Santanchè
Carlo Nordio salvo, Daniela Santanchè rinvia: il governo di Giorgia Meloni tra sfiducia e tribunale (ANSA FOTO) – Notizie.com

Due casi differenti che hanno però tenuto sulle spine il governo della premier Giorgia Meloni, impegnata domani a Parigi al cosiddetto vertice dei volenterosi sul conflitto tra Ucraina e Russia, convocato dal presidente francese Emmanuel Macron.

“L’impegno” di Nordio era basato sugli strascichi della vicenda del comandante libico Almasri. Il generale era prima stato arrestato sulla base di un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) e poi rilasciato e rimpatriato su un volo di stato. Lacunosi gli atti della Corte, pericoloso per la sicurezza pubblica il comandante. Questa, in estrema sintesi, la tesi del governo. L’opposizione politica ha comunque alzato le barricate, cercando di trascinare Meloni in Aula a riferire e presentando una mozione di sfiducia per il guardasigilli Nordio.

Il caso Nordio: la mozione di sfiducia e la risposta del Parlamento

Poco fa la Camera ha però respinto il provvedimento con 215 voti contrari alla sfiducia contro i 119 a favore. Il gruppo di Azione non ha seguito il resto delle opposizioni, scegliendo di non partecipare al voto. “Il Parlamento è sovrano e qualsiasi cosa decida rappresenta la volontà del popolo. – ha dichiarato Nordio – Questo mi rende soddisfatto perché sono un democratico. Quando il Parlamento decide, comunque decida, io aderisco alle sue decisioni. La riforma della giustizia andrà avanti senza esitazioni”.

Prima del voto era intervenuta alla Camera, tra gli altri, anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Quest’ultima ha in qualche modo anticipato il voto contrario alla sfiducia. Secondo la segretaria, infatti, l’obiettivo della maggioranza era dimostrare una “finta compattezza”.

Giorgia Meloni
Il caso Nordio: la mozione di sfiducia e la risposta del Parlamento (ANSA FOTO) – Notizie.com

L’Italia merita un governo – ha detto Schlein – che non abbia un Ministro della Giustizia che libera i torturatori mentre mette in carcere i minori, che attacca i giudici e non ottempera agli obblighi di legge. Un governo che non abbia una Ministra del Turismo rinviata a giudizio per falso in bilancio e indagata per truffa aggravata ai danni dello Stato”.

Il riferimento della leader democrat è proprio a quanto stava accadendo in quei minuti a Milano, dove Daniela Santanchè è imputata per truffa aggravata ai danni dell’Inps. Qui la gup Tiziana Gueli ha rinviato l’udienza preliminare dopo che il nuovo legale della ministra, l’avvocato Salvatore Pino, ha chiesto un “termine a difesa“, ossia un differimento per studiare gli atti data la recente nomina. L’altro difensore, Nicolò Pelanda, era impegnato in un altro processo. Alla richiesta di rinvio si era opposta con fermezza la pm Marina Gravina. Un balzo in avanti nel tempo notevole: l’udienza si terrà il 20 maggio, tra quasi due mesi. Bisogna sottolineare, infatti, che sul procedimento incombe il rischio di prescrizione.

La vicenda Santanchè: Il rinvio dell’udienza e le implicazioni legali

Le prime condotte contestate, infatti, risalgono al 2020 e la prescrizione per il reato è di 7 anni e mezzo. L’Inps, inoltre, è uscita dal procedimento basato su un presunto uso improprio della cassa integrazione durante l’emergenza Covid. Con ogni probabilità, inoltre, il 20 maggio prossimo la Ministra si farà interrogare in aula. Gli altri imputati sono il compagno della senatrice di Fratelli d’Italia, Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

Queste ultime due società, facenti parte di un gruppo fondato dalla Ministra, sono anch’esse imputate. Tutti sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto indebitamente la cassa integrazione in deroga. L’obiettivo della cassa era sostenere le imprese colpite dagli effetti della pandemia Covid. Nel caso in oggetto, per salvaguardare 13 dipendenti. Per oltre 126mila euro.

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