Andare in pensione è uno dei momenti più delicati che ci si trova ad affrontare, non solo a livello psicologico ma anche economico. Quali sono le strategie per andarci con il 100% dello stipendio? A 30, 40 e 50 anni è più facile, vediamo perché.
L’importo della pensione rispetto allo stipendio percepito, in genere, dipende dal numero di anni dei contributi che siamo andati a versare. In media, per fare un esempio, con 46 anni di contributi, dunque lavorando dai 21 anni ai 67, si ottiene una pensione pari al 70%. In percentuale però meno sono i contributi e più si va a scendere al 60% con 50 anni e al 48% con 30.
Sebbene molti possano pensare che siano soldi che entrano senza lavorare, dall’altro lato dobbiamo anche valutare il fatto che le spese che riuscivamo a sostenere con lo stipendio potrebbero metterci in difficoltà. Esistono però delle strategie che ci permettono di andare in pensione con il 100% di quanto percepivamo con un surplus sull’importo che non è di certo da sottovalutare.
Il consiglio rimane quello di farvi seguire da un consulente che vi possa indicare al meglio come richiedere la pensione per non perdere nemmeno un centesimo di quello che vi spetta e che potreste perdere nel caso di una compilazione in maniera erronea. Considerando che diventa fondamentale iniziare ad agire fin da quando si inizia a lavorare per non avere problemi poi in seguito. Diventa importante dunque affrontare un cambiamento tra i 30, 40 e 50 anni. Per chi ha iniziato a lavorare nel 1996 si potrebbe sfruttare dunque il requisito di pensione anticipativa contributiva.
Pensione al 100% dello stipendio, ecco le strategie fin da quando si inizia a lavorare
Come si fa dunque ad andare in pensione al 100% dello stipendio? A stendere un’analisi interessante è Andrea Carbone, fondatore di Smileconomy, che ha pubblicato su L’Economia del Corriere della Sera una serie di consigli in grado di dimostrare il ruolo chiave del Tfr nella costruzione della pensione.
Una strategia che va indicata soprattutto per quei lavoratori dipendenti che sono ancora giovani e all’inizio del loro percorso. Destinare il Tfr a una forma di prevenzione integrativa potrebbe permetterci, una volta raggiunta l’età pensionabile, un contributo al 100% dello stipendio.
Per chi invece si trova più in prossimità del riconoscimento il solo Tfr potrebbe non bastare e saranno necessari dei versamenti aggiuntivi, questi possono variare in base all’età del dipendente e al rischio d’investimento che abbiamo scelto.
I principi fondamentali per andare in pensione
Analizzando questi movimenti arrivano i principi fondamentali che rappresentano quello che va analizzato nel dettaglio per ottenere una pensione maggiormente sicura. Il primo è il tempo che è il miglior alleato, bisogna iniziare a pensare alla pensione fin dal principio della nostra esperienza lavorativa.
La crescita del reddito, inoltre, va considerata e bisogna andare a incrementare anche i versamenti nella previdenza per cercare di non far variare poi il valore tra pensione e reddito. Bisogna anche considerare la presenza di un reddito non costante che dunque varia nel tempo e rende difficili da stabilire le fasce.
È qui che scendono in campo delle variabili che determinano l’assegno e possono cambiare per esempio con uno scalo di carriera. Diventa dunque inutile fare i conti con l’ultimo stipendio preso se poi magari per trent’anni si è guadagnata una cifra decisamente minore. Inflazione e tasso di cambio sono poi altri aspetti che solo il tempo potrà cambiare.