Nei giorni scorsi ha creato molto scalpore la decisione del governo di Giorgia Meloni di sciogliere per presunte infiltrazioni mafiose il Comune di Caserta.
Si tratta di uno dei cinque capoluoghi di provincia della Campania. È guidato dal 2016 dall’esponente del Partito democratico Carlo Marino che è anche l’attuale presidente regionale dell’Anci.
La decisione del Consiglio dei Ministri è giunta a seguito della relazione della Commissione d’accesso prefettizia al Ministero dell’Interno. Il dossier ha esaminato contesto e rischi della macchina comunale, delineando un quadro allarmante di probabile condizionamento dell’Ente comunale. A pesare un rapporto della Prefettura di Caserta prima e un’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere poi risalenti al 2024.
Scioglimento per mafia dei Comuni: il caso di Caserta
Era emerso che importanti esponenti della giunta Marino e dirigenti del Comune, erano accusati di aver concorso ad affidare appalti comunali in cambio di favori, soldi e voti, a diversi imprenditori, alcuni dei quali ritenuti vicini ad un clan camorristico. Dopo tale indagine era arrivata la Commissione d’accesso, che nella sua relazione ha preso in esame alcuni altri procedimenti giudiziari che coinvolgono lo stesso Marino e un altro dirigente.
“È un atto di natura politica nonché un atto amministrativo abnorme. – ha commentato il sindaco, che come da procedura viene sostituito a questo punto da un commissario – Faremo immediatamente una richiesta di accesso agli atti e, successivamente, impugneremo la decisione dinanzi al Tar del Lazio. È un atto contro la città e i cittadini casertani tutti“. Il Cdm ha deciso anche lo scioglimento di altri tre Comuni: sono Aprilia, nel Lazio, Badolato e Casabona in Calabria.
Lo scioglimento dei Comuni per presunte infiltrazioni è una “prassi” in vigore da anni in italia. Dal 1991 al 2025 sono stati sciolti 389 consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Solo nel 2024 sono stati azzerati quatto Enti: Randazzo (Catania), Melito (Napoli), Quindici (Avellino) e Monteforte Irpino (Avellino). Si tratta di un fenomeno sociale e burocratico tutt’altro che semplice da arginare. Come venirne a capo? Un grande assist potrebbe provenire dagli algoritmi e dal machine learning.
Tutt’altro che fantascienza. In queste ore l’Unità di informazione finanziaria (Uif) della. Banca d’Italia ha publicato uno studio che riguarda il rischio di infiltrazione criminale nelle amministrazioni locali italiane attraverso l’analisi dei dati finanziari municipali dal 2016 al 2021. Stando a quanto riportato dagli esperti Stefano Iezzi e Claudio Pauselli, sarebbero emersi degli indicatori chiari del rischio.
Infiltrazioni criminali nei Comuni, i dati da bilanci e gestioni
I bilanci dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa evidenziano costi operativi più elevati, una riduzione delle spese per istruzione e servizi sociali, una maggiore rigidità di bilancio e una allocazione impropria di fondi verso settori come l’edilizia e la gestione dei rifiuti.
I Comuni presi in esame mostrano anche una minore efficienza nella riscossione delle entrate, attribuibile ad esempio a una diminuzione delle capacità amministrative.
Lo studio dell’Uif ha sviluppato un algoritmo di machine learning volto a valutare il rischio di infiltrazione nelle amministrazioni comunali italiane. I risultati sono impressionanti: su un totale di 45 osservazioni per comune/anno di comuni infiltrati (nel periodo 2016-2021), il modello è stato in grado di riconoscerne correttamente 37. Un altro importante parametro è la specificity, ossia la quota di Comuni non-infiltrati riconosciuti come tali dal modello, che risulta pari al 97%.
“L’utilizzo degli indicatori – hanno scritto i ricercatori – può contribuire all’elaborazione di politiche antimafia più efficaci, orientando risorse e interventi nei Comuni a più elevato rischio di infiltrazione e migliorando la trasparenza delle amministrazioni pubbliche nelle aree maggiormente vulnerabili. L’indicatore di rischio proposto nello studio è ancora in una versione sperimentale e la conferma della sua validità operativa dovrà venire da applicazioni sul campo”.