A Torino una giovane ha querelato l’uomo dopo un bacio nella pausa di lavoro: due versioni contrastanti, la scelta del giudice.
Il giudice ha deciso, ponendo fine ad una diatriba che ha diviso due colleghi. La querela era arrivata da una giovano donna, dopo un episodio accaduto durante la pausa di lavoro.
I due si erano incontrati davanti alla macchinetta del caffè, così come accadeva secondo la versione dell’uomo da tempo. Un momento di relax prima di rimettersi in marcia. Poi l’episodio, raccontato in due versioni.
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Per il tecnico di un’impresa edile, quel bacio si è trasformato in una accusa e nella richiesta della procura ad un anno di carcere per violenza sessuale. La donna, impiegata in una ditta di pulizie e all’epoca trentenne, ha riferito infatti l’episodio confermando di essere stata baciata contro la sua volontà. Diversa la tesi del tecnico.
Il bacio davanti alla macchinetta del caffè a lavoro si trasforma in accusa
Secondo il racconto della giovane donna, durante la pausa l’uomo l’avrebbe afferrata all’improvviso e poi baciata. Riferì tutto alle colleghe e dopo un mese arrivò la querela ai danni del tecnico, che racconta invece una versione diversa dei fatti. Secondo lui quell’episodio sarebbe nato da una sorta di complicità.
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“Ci incontravamo per 2-3 minuti al giorno – ha dichiarato – ed era piacevole conversare con lei davanti ad un caffè. Si creò confidenza fra noi, quel giorno dopo una stupida battuta fatta da me, lei si sporse e io la baciai”. La vicenda è finita in tribunale e si è chiusa. L’uomo si sarebbe infatti pentito perché sposato, ma per il tribunale “il fatto non costituisce reato” e non è arrivata alcun tipo di condanna.