Bomba del New York Times: il Cdc nasconde i numeri della pandemia

Secondo il New York Times il Cdc non avrebbe reso pubbliche le informazioni sui dati inerenti alla pandemia: ecco la rivelazione del noto quotidiano. 

Una vera e propria bomba destinata ad alimentare il dibattito negli States. La ha lanciata il New York Times, svelando il modo di operare del Centers of Disease Control. Secondo il noto quotidiano, il Cdc, che fornisce le linee guida al paese sulla gestione e il controllo della pandemia, avrebbe omesso dettagli importanti. Sia in merito all’evoluzione dei contagi, che all’aiuto che i numeri potrebbero fornire nell’affrontare il virus.

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Secondo il Nyt la Cdc avrebbe omesso importanti dati sulla pandemia (Getty Images)

In sostanza sarebbero stati raccolti dati sui ricoveri, suddivisi poi per età e stato della vaccinazione. Successivamente sarebbero stati pubblicati numeri inerenti alle persone che hanno effettuato il richiamo sotto i 65 anni, e da questa grosse mole di numeri raccolti, sarebbe stata estromessa una porzione enorme di quella popolazione. 

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Si tratta dei giovani fra i 19 e i 49 anni, il gruppo che è meno esposto ai rischi perché ben protetto dalle prime dosi. La Cdc avrebbe quindi pubblicato una serie di dati incompleti. Tale scelta avrebbe spinto le agenzie sanitarie federali a dover incrociare le proprie conoscenze con gli effetti della terza dose in Israele per verificare l’impatto sulla fascia dai 19 ai 49. I dati incompleti, inoltre, non avrebbero favorito la conoscenza dell’impatto sulla popolazione e quindi le cure.

Il New York Times mette nel mirino il Cdc

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Le motivazioni spiegate dal New York Times (Getty Images)

Non ci sarebbe trasparenza. Questa è l’accusa in arrivo dal New York Times, che analizza i dati mancanti relativi alla dose booster scoprendo buchi su una fascia della popolazione. Ci si chiede quindi perché siano stati omessi questi numeri e la portavoce del Cdc Kristen Nordlund, avrebbe fornito una spiegazione poco convincente.

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Ha ribadito che la scelta arriva dal timore che alcuni dati possano essere interpretati erroneamente, confermando però in qualche modo che l’analisi del Nyt è vera. Sempre la Nordlund avrebbe affermato che i dati pubblicati rappresenterebbero solo il 10% della popolazione, alimentando le critiche che da ormai due anni sono rivolte al Cdc. Un altra bomba destinata ad esplodere creando un nuovo caos, mentre negli States ci si domanda nuovamente quali siano i reali motivi di alcuni vuoti preoccupanti.

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