L’ex Presidente del Senato: “Dopo Pratica di Mare non si è creata un’identità spirituale e collettiva. La Merkel ha fatto danni all’Europa”
In un momento di grande difficoltà, con la crisi internazionale alle porte e con tanti dubbi sul futuro e sul presente, c’è chi prova a guardare indietro e a trovare le cause principali dell’escalation del conflitto. L’ex presidente del Senato se la prende con i leader degli Stati Occidentali. “Tante volte abbiamo messo in guardia i leader occidentali, chiedendo il riconoscimento delle radici. Mille volte abbiamo implorato di darsi un’identità culturale e sperimentale. Ci hanno risposto che eravamo razzisti, conservatori, bellicisti ed intolleranti. Ci hanno propinato la cultura della cancellazione della storia”.
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Dalle pagine de Il Giornale l’ex presidente del Senato attacca: “Ci hanno scomunicato in tutti i modi. E ora che si raccolgono i frutti delle loro omelie della resa, mica fanno atto di contrizione, no, ci dicono che Putin lo abbiamo creato noi”. Pera è un fiume in piena: “Con chi ce l’ho? Non li sente gli analisti? Dicono che la Nato ha accerchiato la Russia, che si è spinta troppo oltre; se vai verso le mura del Cremlino, Putin ha diritto di bombardarci… Mica ricordano che, caduto il muro di Berlino, c’era la fila ad entrare nell’Ue e nella Nato. E tutti i popoli dell’Est? Quando loro bevevano cocktail nei salotti, quelli subivano la zampata dell’orso comunista. Li chiamano sovranisti: sempre li a dar le carte e barare”. E ora? “Ora i nostri bravi politici ed intellettuali sono stati toccati nel portafoglio e nei consumi, hanno iniziato a fare la voce grossa. Dicono anche che l’Ue deve avere una propria forza. Ma guarda un pò. Dopo aver predicato l’arrendevolezza, ora fanno il ruttino. Lo vadano a dire alla signora Merkel, che si è sempre più attaccata alla cannuccia del gas russo”.
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Pera è molto critico con l’ex cancelliera: “Ha fatto più danni lei all’Europa che Obama agli Stati Uniti. Non mi faccio illusioni sulla ripresa dell’Occidente. Le stesse manifestazioni nelle città europee sono “per la pace”, non contro l’aggressione russa. Putin? La Russia aveva le sue mire e Putin le ha perseguite. Non ha mai ammesso la morte del comunismo, non ha mai cercato la strada della democrazia. E quì è il caso di fare una riflessione seria sul popolo russo. La Germania è passata attraverso il nazismo e lo vive, con dolore come una responsabilità collettiva. L’Italia lo stesso. I russi hanno difficoltà a misurarsi con lo stalinismo. Perchè? Hanno la nostalgia, il mito del dittatore, si chiami zar o presidente? Non so darmi una spiegazione”.