L’ex presidente della Figc, oggi numero uno della LND Lombardia, ha commentato le ultime disposizioni prese dai massimi organismi del calcio internazionale in esclusiva a Notizie.com: “Si tratta di decisioni puramente di natura politica”
Sospese tutte le squadre russe nelle competizioni europee, così come le selezioni nazionali del Paese in incontri ufficiali. Sono stati questi i provvedimenti presi da Uefa e Fifa nei confronti di Mosca dopo l’aggressione all’Ucraina attualmente in corso. Delle decisioni che trovano d’accordo l’ex presidente della Figc Carlo Tavecchio, che ne ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “Il provvedimento non è solo di natura sportiva. Visto quello che sta succedendo, sono tutte le situazioni giudicate sotto le bombe. E di conseguenza tutti i giudizi sotto le bombe sono influenzati da fatti gravi. L’Uefa e la Fifa non potevano fare a meno di prendere una decisione del genere“.
Una scelta, quella dei massimi organismi del calcio internazionale ed europeo, che però non può evitare a singoli calciatori russi di giocare al di fuori del proprio territorio per squadre di altre nazioni o comunque, più in generale, ad atleti di altri sport (come accade ad esempio per Medvedev nel tennis) di fare altrettanto: “Il provvedimento è squisitamente di natura politica. Se dopo si va nelle pieghe della decisione è chiaro che si possano magari anche trovare dei giocatori russi che giocano in squadre di club fuori dalla Russia”.
LEGGI ANCHE QUESTO: Uefa, altra presa di posizione contro la Russia: un club fuori dall’Europa
“Si vuole colpire lo Stato, non la persona”

Tavecchio ha poi proseguito: “Non si vuole colpire la persona, si vuole colpire lo Stato, che evidentemente è rappresentato dalle sue selezioni nazionali e, a livello di Fifa e Uefa, come elemento che ruota all’interno dell’organizzazione“. Insomma, di più era complicato fare. E anche a livello interno, secondo l’attuale presidente della LND Lombardia, il calcio italiano si è mosso correttamente: “Il presidente Gravina ha ribadito più volte la nostra solidarietà nei confronti del popolo ucraino e verso quello che sta succedendo. Noi abbiamo delle emozioni quotidiane, quello che vediamo è una tragedia immane. Io non sono un giudice della storia, ci saranno tante altre cose da valutare, ma di fatto questa è la situazione di oggi. Siamo sottoposti a una serie di eventi che sono fuori dal nostro controllo e che non possiamo far altro che apprendere dai mezzi di informazione“.