Grandi novità in diverse Nazioni. Anche in Italia si inizia a guardare oltre il certificato verde. Ecco i primi a non averne più bisogno
Il mondo sta andando oltre il Super Green Pass. Alcune nazioni hanno iniziato a programmare il post Pandemia. La Francia ha già ufficializzato la data in cui dirà addio al certificato verde: dal 14 marzo il Super Green Pass, al centro di dibattiti e contese, perderà a tutti gli effetti il suo valore e smetterà di esistere. La Francia, alla luce della diminuzione dei casi e incoraggiata da un’ottima risposta sanitaria, ha deciso di eliminare le limitazioni legate al Super Green Pass. Una svolta attesa da mesi e che, molti francesi hanno già iniziato a festeggiare. Tra pochi giorni in Francia si tornerà alla normalità.
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E’ di ieri la notizia che anche l’Italia sta iniziando ad andare oltre. Una Nazione tra le più attive nella vaccinazione e più attenta all’attuazione del Super Green Pass (tanto da renderlo obbligatorio agli Over 50, pena l’impossibilità di continuare a lavorare) sta iniziando a renderlo meno attivo. Peccato che i primi a non fruirne più non saranno gli italiani, ma tutti i profughi che arriveranno dall’Ucraina. Il Sottosegretario alla Salute Sileri è stato molto chiaro: “lo status di rifugiato non prevede l’obbligo del super Green Pass, mentre consente l’accesso alla nostra sanità. Oggi o domani uscirà una circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure necessarie e verrà offerto il vaccino”.
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Per la prima volta non sarà necessario il Green Pass per arrivare nel nostro Paese e fruire di alcuni servizi. Una deroga che si scontra però con le recenti disposizioni e che porta a riflessioni. Non solo le persone che arriveranno dall’Ucraina non saranno soggette a limitazioni; la stragrande maggioranza (circa il 70 % della popolazione) non si è neanche vaccinato. Ieri, ai nostri microfoni, Matteo Bassetti ha lanciato l’allarme: “Bisogna aiutare, certo, ma si deve cercare di evitare di aprire un nuovo focolaio. E noi ci stiamo andando a sbattere senza fare nulla. In quelle zone lì si è vaccinato un terzo della popolazione, due/terzi non lo sono ed è tanto se il 20% ha fatto le terze dosi. Non solo. Chi emigra sono donne e bambini e sono i meno vaccinati. E sono stupito, preoccupato e allibito, un po’ anche arrabbiato, che il Ministro della Sanità Speranza non abbia portato all’attenzione di tutti questa situazione”.
L’Italia guarda avanti. Inizia a studiare una vita che vada oltre lo Stato d’emergenza (che scadrà il 31 marzo) e prova a guardare al futuro. Lo stesso Sileri ha confermato una diminuzione delle limitazioni. “Sono favorevole a rimodulare il Green pass fino alla sua abolizione a partire da aprile con progressività. Soprattutto per quanto riguarda i luoghi di lavoro. Il 31 marzo, fine dello stato di emergenza, sarà la data simbolica della fine della fase acuta della pandemia e della ritrovata normalità”. Questo “ritorno alla normalità è possibile grazie al fatto che la situazione pandemica sta decisamente migliorando, sia a livello di circolazione virale che per quanto riguarda l’impatto sulle strutture sanitarie”.