Roma, rimossi manifesti anti-aborto. Pro Vita: “Censure degne di un regime totalitario”

Roma. Rimossi dei manifesti contro l’aborto affissi da Pro Vita in occasione dell’8 marzo. È polemica tra il Campidoglio e l’associazione.

Pro Vita
ANSA/Paolo Salmoirago

Il dibattito sul diritto all’aborto continua. In questo caso, è l’associazione Pro Vita a far parlare di sé. L’associazione ha lanciato una campagna di affissioni in occasione dell’8 marzo, denominata “Potere alle donne? Fatele nascere”. La campagna ha portato una rivolta del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico, che hanno chiesto e ottenuto la rimozione dei manifesti affissi nella capitale. Ciò ha creato una contro-rivolta del movimento Pro Vita, che non ha accettato la rimozione dei poster.

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“Abbiamo disposto la rimozione dei cartelloni della campagna Pro Vita, per violazione dell’articolo 12 bis sul regolamento per le affissioni. È infatti vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile e il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici. Queste le parole di Monica Lucarelli, l’assessora capitolina alle Attività Produttive e Pari Opportunità. Lucarelli ha poi aggiunto quanto segue. “Come amministrazione siamo sempre stati attenti e rigorosi sui messaggi pubblicitari. In ordine di tempo, proprio la scorsa settimana, abbiamo fatto rimuovere tutti i manifesti pubblicitari di una campagna pubblicitaria che utilizzava doppi sensi sessisti”.

Pro Vita
ANSA/Paolo Salmoirago

L’associazione ha reagito con forza alle parole dell’assessora, dichiarando quanto segue. “Siamo pronti a denunciare il Comune di Roma in sede penale per il reato di asportazione, distruzione o deterioramento di stampati se proveranno a rimuovere i nostri manifesti affissi in città, come ha annunciato di voler fare l’Assessore alle Attività Produttive e Pari Opportunità Monica Lucarelli. Le nostre affissioni sono prodotti di stampa tutelati a tutti gli effetti dall’art. 21, comma 2 della Costituzione e dalle norme in materia, che il Comune deve rispettare. Difenderemo la nostra libertà di espressione in tutte le sedi giudiziarie”. Queste le parole del Portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, Jacopo Coghe.

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Nella capitale, negli ultimi giorni, alcuni dei manifesti affissi da Pro Vita sono già stati imbrattati da parte di alcuni collettivi femministi. “Secondo l’Assessore Lucarelli”, ha commentato Coghe, “i nostri manifesti violerebbero i regolamenti comunali per il loro contenuto violento, sessista e lesivo della dignità e dei diritti personali. Cosa c’è di offensivo nel chiedere che al mondo nascano più donne? A Roma è vietato ogni discorso anche solo indirettamente collegato all’aborto? Queste sono censure degne di un regime totalitario. Il Sindaco Gualtieri freni gli istinti autoritari dell’estrema sinistra o il Comune ne risponderà in tutte le sedi giudiziarie: penale, civile e amministrativa. Noi andremo avanti”.

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